recensioni dischi
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THE CYBORGS  "The cyborgs"
   (2011 )

Due maschere inquietanti da robot-saldatori e un’aperta passione per il codice binario: i Cyborgs (numero 0: chitarra e voce, e numero 1: basso in synth e batteria contemporaneamente, tastiere) sono la seconda uscita della giovane etichetta INRI di Torino. Una mistura di blues secco e basilare, unito a suoni raschiati e vagamente industriali (vedi voce distorta e chitarra spalancata), compongono dei ritmi ballerini e molto semplici. Il suono del duo futuristico non si discosta infatti troppo dal passato ancestrale: quello che ne esce è blues appunto, né più né meno, ma perlomeno è divertente e supportato da un ottimo groove. Irresistibile è per l’appunto l’iniziale “Cyborgs boogie”, e perfetti giri di blues classico sono “20th floor” e “2110”, ipotetico futuro apocalittico che si riscopre però nell’essenza del primordiale. L’aitante “Human face” (di cui è contenuto un ottimo remix minimale nelle bonus track) e il singolo d’anteprima “Dancy” riportano quasi ad atmosfere anni Cinquanta, mentre i pezzi centrali del disco assumono tinte più fosche e lugubri. Impegnati in un tour che li porterà a spasso per l’Europa Centrale, i Cyborgs potrebbero seguire il percorso di molti artisti che aspirano a lasciare il nostro paese o che proprio altrove hanno iniziato (come il batterista palermitano dei belgi Hulk, non più in attività ma anch’essi schietti ed efficaci nei loro semplici giri r’n’r). In ogni caso, lo faranno di sicuro a passo di boogie e nascosti dietro due copricapi allarmanti, pronti ad annunciare la razza umana del futuro per recuperare quel che resta del passato. (Federico Pozzoni)