recensioni dischi
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DIEGO LEANZA  "Diego Leanza I"
   (2010 )

Rock sporco. Questa è la prima definizione che mi è venuta in mente ascoltando questo album d'esordio. Sporco come può essere il rock degli Stones, o anche di Hendrix o dei Doors. Il tutto, però, cantato in italiano. E non con frasi messe lì a caso, tutt'altro: questi testi sono appicicaticci, ti si attaccano addosso e non ti lasciano più. "Meglio mascherarsi bene che sembrare ciò che vuoi... essere un feedback man...", canta Diego nell'iniziale "Feedback man"; o ancora "Oggi molti di noi si sono arenati, scafi senza una rotta, delusi dai venti...", da "In viaggio", splendido ritratto degli ex ragazzi di oggi, di una generazione di 30enni disingannati, disillusi, scontenti, frustrati ed amareggiati. C'è molta intelligenza, oltre che ottima musica, in questo disco d'esordio del partenopeo Diego Leanza. Ma non aspettatevi una proposta che vi vinca al primo ascolto: come una ragazza che non vi colpisce al primo sguardo, ma che piano piano vi entra dentro, nell'anima, per non uscirne mai più, così queste canzoni non sembreranno inizialmente scuotervi più di tanto. Ma dal secondo ascolto non ve ne libererete più. (Andrea Rossi)