OVO "Cor cordium"
(2011 )
Gli OvO, al secolo Stefania Pedretti (Allun, ?alos) e Bruno Dorella (Bachi da Pietra, Ronin, Wolfango, nonché titolare dell’etichetta Bar La Muerte che ha lanciato tra gli altri artisti come Bugo e Bologna Violenta) assomigliano ad un cantiere in continua evoluzione, un vulcano che ribolle costantemente. Il loro sesto album, ''Cor cordium'' (“Cuore dei cuori”), ricalca l’epitaffio tombale dell’ombroso poeta romantico Percy Bysshe Shelley, e incentra contemporaneamente l’attenzione sul pulsare lavico che guida i due artisti mascherati. Mascherati sì, e anche piuttosto inquietanti, non solo nell’impostazione scenica di forte impatto (basta controllare su YouTube il video del singolo ''Marie'', irresistibile e macabra cantilena), ma anche a causa delle cineree calate di sperimentazione doom metal e delle litanie proto-sataniche (da prendere con la dovuta distanza) che segnano i gorgheggi canori, vere e proprie esplorazioni dello strumento-voce femminile. I rimandi potrebbero essere tanti: dai frastornanti ex-colleghi in casa Load Records Lightning Bolt passando per lo sludge metal dei Melvins fino alla cupa solidità degli Zu. La ricetta in realtà è quanto mai originale e borderline: un turbine di piatti, tamburi, stridii e corde slabbrate confluiscono in un vero e proprio affronto al gusto comune che si concretizza nella ruvidità di ''Nosferatu'' o nell’aggressività di ''Lungo computo'' e ''Penumbra y caos''. L’esperimento OvO è ormai sempre più una conferma, destinato a riscuotere credito e ammirazione da quella coraggiosa parte di pubblico che non si lascia spaventare da ascolti difficili. (Federico Pozzoni)