PAT METHENY "What's it all about"
(2011 )
Non ti sei mai messo semplicemente ad ascoltare? Appena ho fatto partire la prima traccia di questo ''What's It All About'' non sono riuscita a fare altro. Mi sono sdraiata sul letto lasciandomi catturare dalle note della chitarra di Pat, dando libero sfogo ai pensieri e all'immaginazione… Cinquantacinque minuti circa, dieci brani, dieci classici, dieci pezzi totalmente acustici, un viaggio tra le canzoni che Pat ascoltava, prima ancora di diventare il grande talento che conosciamo. L'elemento che contraddistingue questo disco infatti è proprio la scelta da parte dell'artista di un repertorio non originale, un album composto interamente da cover, per la prima volta dopo trent'anni di carriera. Come lui stesso ha dichiarato, ha voluto registrare quella musica che ha, per lui e per una generazione intera, rappresentato un punto di riferimento. Classici di un periodo in cui l'armonia e la melodia erano elementi fondamentali e importanti nella musica popolare. Un album crepuscolare, onirico, nelle sonorità quanto nel packaging. L'idea di questo lavoro così composto nasce da un'abitudine dell'infaticabile Pat. Durante le prove dei suoi concerti o i lunghi sound check era solito accennare, per testare gli strumenti, brani non suoi, reinterpretandoli. Da qui, dagli apprezzamenti ricevuti, prende forma l'idea di questo disco, che vede la luce in questa torrida estate, portando alle nostre orecchie (e perchè no, alla nostra anima) una ventata di freschezza. Basta solo farsi cullare dal suono della Manzer Baritone a corde metalliche. Virtuosismi e intelligenza musicale. ''What’s It All About'' è quindi un album da ascoltare. Sarà la chitarra di Pat a trasportarvi tra le sue risonanze, le pause, la sua energia. Si parte con ''The Sound of Silence'', classico di Simon & Garfunkel suonata con la Manzer Pikasso 42 corde. Il viaggio prosegue con ''Cherish'', scritta da Terry Kirkam, successo della metà degli anni Sessanta con gli Association. Si continua con la superba ''Alfie'' scritta da Burt Bacharach e Hal David, e ''Pipeline'' (Bob Spickard e Brian Carman), hit dei Chantays. Il passaggio successivo ci porta in Brasile, ad evidenziare la grande passione di Pat per quella terra e per la sua musica, omaggiata con la reinterpretazione di un pezzo di Antonio Carlos Jobim e Vinicius de Moraes, ''Garota de Ipanema''. Arrivano poi ''Rainy Days and Mondays'', successo del 1971 dei Carpenters, ''That's the Way I've Always Heard It Should Be'' (Carly Simon e Jacob Brackman) del 1971. Un salto nei mitici Fifty con ''Slow Hot Wind'' (Henry Mancini e Normal Gimbel). A seguire ''Betcha by Golly, Wow'' (Thomas Bell e Linda Creed), penultimo brano che ci fa scivolare soavemente nel finale. A chiudere il disco, ''And I Love Her'' (John Lennon e Paul McCartney), suonata con una Manzer a corde di nylon. Versione, quella proposta, più simile rispetto alle altre all'originale, a sottolineare la stima e l'amore di Pat verso i Beatles e a giustificare questa scelta per la chiusura di questo percorso, in cui il grande chitarrista statunitense ci ha permesso di poterlo seguire. ''What’s It All About'' porterà Metheny in giro per tutti gli Stati Uniti. A partire da ottobre sarà in Europa. Per l'Italia si dovrà aspettare novembre: il 12 all’Europauditorium di Bologna, 13 novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma, 14 novembre al Teatro C. Gesualdo di Avellino, per chiudere il 15 novembre a Bari. (Giulia Galvani)