NEYFAB "Moving - waiting room"
(2010 )
Neyfab, all’anagrafe Fabio Tassi, nasce nella malinconica periferia di Genova. Proprio la malinconia è il punto di partenza della sua produzione, che si sviluppa tra armonie vocali e sperimentazioni strumentali. Polistrumentista e cantante, scrive e incide i suoi pezzi autonomamente, occupandosi anche del mixaggio, una fase della produzione che sente fondamentale, in cui ritiene importante imprimere il suo stile. Nel 2008 lascia Genova per Londra, e da questo spostamento prende vita l’idea del suo primo album. La prima vera produzione è un EP, dal titolo “Travel around the pleiades”, che si evolverà in questo “Moving – Waiting Room”, primo vero album solista di Neyfab. L’album nasce e prende forma in movimento, come naturale colonna sonora di un viaggiatore malinconico che vede il presente scorrere inafferrabile, da una stanza ferma, in movimento: Moving – Waiting Room. Tutti i brani sono dominati dall’impossibilità di afferrare il presente, trattano di tematiche amorose e riflessioni sulla vita, dominate da visioni orientali. Tradotto in musica: sintetizzatori, sample drum machine, chitarre, e la voce di Neyfab, che registra da solo tutto l’album, e lo fa quasi interamente in treno. Un album realizzato in viaggio, da ascoltare in viaggio: ''Moving – Waiting Room'' è stato concepito per essere ascoltato in cuffia, osservando lo spazio esterno muoversi, passare. Malinconia del presente buttata in musica, momenti di vita canalizzati dentro la ricerca di uno spazio sonoro personale. ''Lose Control'' è il primo singolo estratto, ed è stato scritto su un Eurostar Parigi – Londra. Racconta della perdita del controllo sulle emozioni a causa della velocità con cui l’uomo vive la vita, e lo fa con chitarre ritardate e sintetizzatori mischiati a parti ritmiche dal gusto idm. ''Moving – Waiting Room'' è la title track dell’album, ma anche il brano più pop e lineare, caratterizzato da una leggera batteria elettronica e sintetizzatori appena accesi, ricoperti da uno strato di chitarra acustica. E’ il pezzo della speranza perduta e ritrovata, durante il quale siamo spinti a ragionare sulla nostra condizione di “esseri in viaggio”. Odori oxfordiani tipicamente Radiohead nel ritornello con accenni alle ballate malinconiche dei primi Rem. In ''No-Hermetic'' la timida base elettronica fa da tappeto ad una riflessione di stasi pacifica interiore che aiuta a staccarsi dalla velocità occidentale e concentrarsi sul miglioramento della propria anima.