recensioni dischi
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OZZY OSBOURNE  "Scream"
   (2010 )

Ozzy Osbourne. Un nome, una leggenda. I più anziani si ricordano di lui grazie a pietre miliari della storia del rock come “Paranoid” o “Crazy Train”, mentre i più giovani, grazie anche ad Mtv, lo identificano semplicemente come quel padre pazzo che si vede nel reality “The Osbournes”. Beh, Ozzy si può dire che è stato e sarà entrambe le cose, ma è stato anche molto altro: rocker, alcolizzato, drogato, impulsivo e chi più ne ha ne metta! La sua storia infantile e adolescenziale non è sicuramente delle migliori, con genitori operai e ben cinque fratelli, si può immaginare come la carriera di cantante rock fosse mal vista dai parenti. Ma nonostante tutto il ragazzino destinato a diventare il “Padrino dell’Heavy Metal” è una di quelle persone che si sono create il futuro, lottando, sudando e, perché no, anche barando. L’inizio carriera lo vede come front man dei Black Sabbath coi quali incide album importantissimi ancora oggi, dopodiché sceglie la carriera solista. “Scream” fa proprio parte di questa serie, a ben trent’anni dall’uscita del famosissimo “Blizzard of Ozz”, e vuol essere l’anello ultimo di una lunga serie. Dal punto di vista vocale chiaramente non ci si può aspettare un gran che dopo una vita di eccessi, e in effetti ci troviamo davanti a parti vocali doppiate, stracolme di effetti digitali e campionamenti. Per quanto riguarda l’aspetto musicale, l’album verrà apprezzato dai fan sfegatati dell’heavy metal, ma per i più può diventare piuttosto in fretta abbastanza pesante. L’apertura è affidata a brani potenti come “Let It Die”, “Let Me Hear You Scream” e “Soulsucker”, che in fin dei conti risultano anche orecchiabili e apprezzabili, mentre la parte centrale dell’album è invece prettamente metal vero e proprio. Con “Time” i ritmi si alleggeriscono un poco e la melodia torna a fare da padrona, per venire poi ancora fortemente stravolta nei brani successivi. La chiusura dell’album è affidata a “I Love You All”, un brano dedicato a tutti i fan che nel corso degli anni hanno sempre supportato il cantante. Tirando le somme, dal punto di vista musicale, l’album non è un lavoro ''fortissimo'' e soprattutto non è di facile ascolto per i più, ma va comunque riconosciuto l’impegno e le dedizione nel progetto. Certo, l’Ozzy Osbourne degli anni d’oro era tutt’altra cosa, e a noi piace ricordarlo così, aggrappato all’asta del microfono mentre urla un testo dopo l’altro. (Stefano Mavero)