recensioni dischi
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883  "Nord sud ovest est"
   (1993 )

Non si poteva lasciar passare nemmeno un attimo: il boom dell’album di esordio era stato tonante, quasi a trascendere la normale platea adolescenziale, e serviva immediatamente un altro riempiradio, riempipista, eccetera. Anticipato da “Sei un mito”, quella che cominciava con tappetini nuovi arbre magique, la seconda opera del duo pavese trovò immediatamente il successo, a dimostrare che non era il classico esempio di one hit wonder. Video americaneggianti, solite scenette da piazza di paesino di provincia, copertine fumetto, “NSOE” è esattamente la prosecuzione, forse meno brillante in quanto alcune cose sembravano già copie delle precedenti uscite su “Hanno ucciso l’uomo ragno”. Però una “Rotta x casa di Dio” dava l’idea della noia esistenziale di chi, in provincia, non ha altro da fare che non andare a mangiar Camogli all’autogrill, e sembrava, nel suo piccolo, un trattatino filosofico. Quasi preferibile alla successiva e ridondante “Certe notti”, dell’altrettanto padano – in senso geografico – Ligabue, nato però, a differenza degli 883, a sud del Grande Fiume. La storia sarebbe finita qui: una raccolta di mix l’anno successivo, con un inedito (“Chiuditi nel cesso”) che già dal titolo non si poteva non considerare più repettiana che non pezzaliana, poi la coppia scoppiò, amichevolmente. Pezzali si sarebbe presentato a Sanremo nel 1995, per Fiorello e per sé, aprendo la stagione degli 883 dimezzati – e non dite 441 e mezzo – degli anni successivi. Meno demenziali, ma di discreta cantautoralità. (Enrico Faggiano)