recensioni dischi
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S.U.S. (SUCCEDE UNA SEGA)  "Il cavallo di Troia"
   (2010 )

Nel gergo toscano esiste una frase che, con disarmante efficacia, descrive qualsiasi situazione si sviluppi in un nulla di fatto: “Succede Una Sega”. Slogan? Manifesto? Più che altro la cornice ideale in cui inserire l’autoritratto laconico di un IO-bagnino-nel-deserto. I S.U.S., nella più classica delle formazioni, debuttano con un disco che riassume la prima fase del loro delirio, in cui convivono la primordiale attitudine punk-noise, il gusto per il ritmo di matrice funk, ballate swing e inserti cantautorali, il tutto improntato su un sound asciutto, ruvido, mutilato per scelta, nato dagli appassionati ascolti di CCCP, Clash, Gang of Four, Nirvana, Afterhours, Rino Gaetano, Giorgio Gaber e tanto altro. Testi in italiano intelligenti e pungenti, filastrocche futuriste, favole per bimbi svegli, frutto di un personale e originale punto di vista che abbraccia una musica diretta, punk-rock lontano dallo stereotipo del punk-rock di magliette a righe e creste puntute. In fondo ci sono molti modi di affrontare la crisi: uno di questi è sparare all’analista.