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RAMMSTEIN  "Liebe Ist Für Alle Da"
   (2009 )

Forse non tutti hanno avuto l’occasione di ascoltare qualcosa del gruppo metal tedesco Rammstein; questo è sicuramente un peccato e bisognerebbe rimediare al più presto. Sul campo dal 1996, i teutonici hanno saputo farsi apprezzare dalla critica creando fin dal primo album (''Herzeleid'') un proprio sound e delle proprie caratteristiche personali. L’idea fondamentale dei primi album era quella di una sorta di incontro tra il metal e campionamenti elettronici. Nel 2009 esce il sesto album della band, composto come da tradizione da 11 canzoni, da ascoltare tutte d’un fiato. L’apertura è assegnata ad una grande autocelebrazione con “Rammlied” (letteralmente “Ramm-Canzone”), e subito si comprende quanto sia importante la presenza di suoni elettronici e campionamenti, affiancati a chitarre ruggenti. Si prosegue con “Ich Tu Dir Weh” e “Waidmanns Heil” che rimangono sul filone prettamente “industrial metal”, nome col quale è stata classificata la band in più occasioni. Successivamente troviamo “Haifisch” dettata da un tempo che coinvolge subito e “B********”, altrettanto influenzata da campionamenti e chitarre cattivissime sui ritornelli. Arrivati al giro di boa possiamo tirare un sospiro con “Fruhling in Paris”, una dolce ballata crescente in cui il tedesco, anche se considerato una lingua “dura”, rende perfettamente la melodia. Troviamo poi “Wiener Blut” cattiva più che mai e ricca di pause saggiamente posizionate per smuovere l’ascoltatore e non far mai cadere l’attenzione. “Pussy”, il cui titolo è già tutto un programma, è il primo singolo dall’album ed è un brano in cui i Rammstein, non smentendosi, firmano l’ennesima canzone orecchiabile e capace di rimanere in mente, sulla scia dell’ormai famosa “Amerika”. L’album si conclude con “Liebe Ist Fur Alle Da” che in quanto title track rinnova i tipici suoni dei Rammstein, con “Mehr” orecchiabile e cattiva al punto giusto e infine con “Roten Sand”, una ballata un po’ dissonante ma molto dolce. Riassumendo possiamo considerare l’album come un’ennesima prova superata da parte dei Rammstein: l’album non è da pensare come un album metal che può essere di difficile ascolto per i più e può piacere solo ai “metallari”; al contrario molti fan del metal vero e proprio storcono il naso sentendo i Rammstein. Personalmente considererei l’album come un’ottima prova di connubio tra parti metal e parti elettroniche a prima vista non proprie del genere. Tutto ciò crea un sound veramente particolare, personale e ormai definito semplicemente “Rammstein”. A noi non resta che ascoltare l’album percependone ogni più sottile sfumatura e rimanerne positivamente influenzati. (Stefano Mavero)