recensioni dischi
   torna all'elenco


2PIGEONS  "Land"
   (2010 )

Kole Laca e Chiara Castello sono i 2Pigeons: tastiera, synth, kaos pad, e loop station. Niente computer! Fondatore degli East Rodeo con una grande esperienza musicale e teatrale, Kole incontra la personalissima ed educatissima voce di Chiara (ex voce dei Museo Kabikoff): da lì nasce il progetto 2Pigeons basato sull’idea di poter creare musica con una vera e propria band, formata da due soli soggetti. Per questo i 2Pigeons sono una band e non un duo. Il limite fisico è lo stimolo a sperimentare nuove soluzioni sonore. Nascono cosi’ canzoni che pur distaccandosi dalle sonorità più tradizionali non ne perdono la forma. L’elettronica, amica di Kole, si affianca all’eclettismo vocale di Chiara, capace di saltare dal jazz al rock, dal canto pulito all’uso dei più svariati effetti. Per i 2Pigeons l’elettronica non è un fine, ma solo un mezzo carico di potenzialità sperimentali che apre a miliardi di generi e stili che nell’esibizione live offrono la loro migliore e spettacolare veste. Le loro provenienze (albanese Kole, e italo/americana Chiara) rendono i 2Pigeons viaggiatori in un futuro imperfetto: Pigeon1 (Kole) e Pigeon2 (Kia) formano la truppa spaziale “2Pigeons”; vivono e suonano in una navicella sovietica alla deriva nello spazio. Il suono li trasporta in mondi atemporali ma con problemi reali. Ogni tanto incontrano un pianeta sulla loro strada, allora si fermano, lo visitano e ce lo raccontano. I 2Pigeons cantano storie di persone ed animali, visioni di bambini, drammi di cani, e di bestie senza tempo incontrate durante i loro viaggi in mondi vecchi e nuovi. Ne risulta un immaginario in cui passato e futuro si confondono. Come nei fumetti di Enki Bilal, il richiamo ad una realtà post bellica dell’est Europa è mischiata a visioni surreali di luoghi senza tempo. Questo scenario è riconoscibile sia nella teatralità dei loro live (nei loro costumi e negli strani armamentari che i 2Pigeons usano come strumenti), sia nelle immagini e nei colori di foto e copertine. Nell'ottobre del 2008 hanno autoprodotto l'EP intitolato "2Pigeons". Il tour successivo, li ha portati a condividere il palco con Paolo Benvegnù, Beatrice Antolini, Malika Ayane, Patti Pravo, Teresa De Sio e Rossana Casale. Con Roy Paci e Jiandri hanno musicato dal vivo il film "City Lights" di Charlie Chaplin al Cinema Ariosto di Milano. Dopo un’intensa attività live, prima di intraprendere il tour di presentazione del loro primo album su lunga durata, i 2Pigeons hanno vinto il premio DEMO AWARD 2009, come miglior progetto dell’anno dal programma Demo di Radio1 Rai. Ed ecco finalmente ''Land''. Il secondo capitolo discografico dei 2Pigeons, è dedicato alla terra: quella dove hanno registrato e quella dove per ora sono atterrati durante il loro viaggio intergalattico. Qui vi hanno incontrato diversi abitanti; ogni canzone ne ritrae l’aspetto e le varie sfaccettature caratteriali. Ne risulta nove brani dal temperamento musicale e letterario diverso ed unico, legati da quel tratto comune tipico dei figli della stessa terra. ''Biko'' è la storia di un supereroe che difende il suo locale preferito, ”un posto strafico”, dalla furia del cantiere nemico. Questa canzone è dedicata al Biko, locale milanese del quartiere Isola, da poco chiuso per la costruzione del nuovo polo della moda. Canzone dalle sonorità acide, caratterizzata da un incedere serrato quasi militaresco che si conclude con uno sfogo di sax che ne inceppa la marcia. ''Boing 737'' parla della paura di volare. Miss Pigeon2 vive un dramma interiore: è una picciona che ha paura di volare. Sa bene che gli uccelli come lei dovrebbero volare nello spazio, ma ora preferirebbe essere da qualsiasi altra parte piuttosto che su quel maledetto aereo. Il brano si apre con una strofa danzante in cui Pigeon2 ci racconta del suo dramma, che sfocia in un attacco di panico… un ritornello in caduta libera. ''Broken Umbrella'' si apre con una ritmica di voce e ovetto, che ci riporta in un’atmosfera più intima e raccolta. Il pezzo è giocato sull’incastro tra la melodia della voce e quella del basso che si inseguono l’un l’altro nelle strofe e trovano pace nel ritornello. È una storia d’amore e di un fidanzato da cui non ci si riesce a liberare. ''Circus Lady'' è la Signora dei leoni, la Regina dei tendoni! Questo è il suo canto, la sua voce che ci declama la sua fama. A descriverne il carattere un pianoforte dal ritmico e imperiale incedere di una ballata in cinque. Il ritornello è un vociferare notturno… forse dei suoi sogni o delle sue belve. ''Fairuz'' è una ballerina libanese di cui si percepiscono il movimento e l’emozione nei fianchi, la cui bellezza e grazia suscitano la gelosia e l’invidia di molti. Ancora ritmica di labbra e respiri alla base, poi il basso che con il suo movimento fa ballare la melodia della voce. Nel ritornello una voce fanciullesca che ricorda visioni di bambini è affiancata da quella di qualcun’ altro; una voce nuova che ci racconta una favola. Gradualmente il brano assume un sapore dal retrogusto dance. ''I-Land'' è l'unico pezzo piano e voce del disco, un viaggio dalla città agli ulivi. È dedicato alla terra dove è stato registrato il disco. Qui viene descritta come un amante di cui ci si è subito innamorati. I suoi colori e rumori rimangono nelle orecchie e nei ricordi. ''Open Doors'' è una filastrocca in cui ogni voce è uno strumento che ci racconta qualcosa. Le voci sono i suoni, le parole il ritmo. ''The River'' scorre tra due sponde di indecisione, da una parte il basso e dall’altra la voce. Il brano è giocato sul contrasto tra una ritmica ossessiva di basso con un movimento in tre e una piccola batteria che si muove in quattro. Ogni tanto si inserisce un vibrafono con un movimento in… tempo da definire. La melodia sta con la batteria… e tu ragazza da che parte stai? ''You Don’t'': l’ultimo brano riprende ancora il gioco/contrasto tra voce e melodia, che qui è portata all’estremo. Un basso che marcia ossessivamente mangiandosi tutto quello che incontra sul suo cammino è contrastato da una melodia pulitissima, quasi da standard jazz. Nei ritornelli l’ossessione del basso trova riposo e la melodia respiro. Il disco si conclude con l’arrivo e il sostegno di voci amiche che, dopo essere rimaste sole, insieme se ne vanno.