recensioni dischi
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RADHA KRISHNA TEMPLE  "Hare Krishna mantra"
   (1969 )

Ha smesso di fumare, non beve più caffè, non mangia carne e fa tre quarti d'ora di meditazione al giorno. Si è fatto crescere i capelli e una lunga barba. George Harrison è decisamente cambiato nell'aspetto e nelle abitudini. Fa vita molto ritirata ed evita di apparire in pubblico se non in occasioni speciali come opere di beneficenza o foto ufficiali dei gruppo (i Beatles, naturalmente). In compenso frequenta assiduamente il tempio di Radha Krishna. Il suo avvicinamento all'induismo era cominciato ai tempi delle meditazioni yoga e del Maharishi Yogi, di casa dai Beatles qualche tempo fa. Lo hanno lasciato ai suoi sproloqui dopo aver visto che mentre predicava umiltà e povertà andava in giro in Rolls Royce! Un po' come qualcuno di nostra conoscenza che si è fatto una barca da due miliardi e le sue scarpe costano un milione di lire al paio. Comunque, pur abbandonando il Maharishi, George non si è staccato completamente da quella filosofia: tornò in India e prese lezioni di sitar da Ravi Shankar (è di Harrison l'idea dello strumento indiano in TOMORROW NEVER KNOWS) e cominciò ad ospitare santoni nella sua casa di Londra. Innamorato della musica degli Hare Krishna incide così un disco di canti induisti (tra lo stupore e la preoccupazione dei manager della Apple, la casa discografica dei Beatles) fregandosene altamente del fatto che probabilmente non avrà grossi riscontri di mercato, intitolandolo HARE KRISHNA MANTRA e le voci sono quelle degli "arancioni". Rarità assoluta, al giorno d'oggi. (Christian Calabrese)