recensioni dischi
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ARTHUR BROWN  "The crazy world of Arthur Brown"
   (1968 )

"S'io fossi foco" recitava 800 anni fa Cecco Angiolieri. Arthur Brown sembra averne incarnato lo spirito. Il fuoco nel titolo della sua canzone (FIRE) non è niente paragonato a quello che porta sulla testa ogni volta che si esibisce in pubblico. Lunghe lingue di fuoco che si innalzano dalla testa di Arthur Brown e le cui intensità si differenziano a secondo del tipo di suono emesso dagli strumenti. Il governo tedesco (DDR) ha proibito il mini tour di tre giorni al cantante dopo aver visionato la trasmissione inglese Beat Club, dichiarando che, oltre ad essere un gruppo di sovversivi, il fuoco avrebbe potuto costituire un pericolo. Lui si limita ad alzare le spalle anche perchè il compenso gli era stato pagato in anticipo. Oltre il fuoco ci sono le urla infernali, l'abbigliamento assurdo da gran cerimoniere e il make up sbalorditivo del cantante spalleggiato dal gruppo The Crazy World a fare parlare di lui. La copertina del 33 (più che quella del singolo) ne dà una riprova. Nella band (attenzione!) suona Carl Palmer, che da lì a poco dara vita agli Atomic Rooster e poi, insieme a Emerson e Lake, al famoso trio. Oltre a questi cenni di colore sul personaggio, che ne è della sua musica? In Italia ci sono due versioni locali della canzone, cantate da Popi e dai Motowns. Nessuna delle due avrà grande successo. Ascoltando il long playing si può certo dire che è sicuramente figlio di Frank Zappa e del Rhytm'n'Blues di cui si nutre. C'è una buonissima interpretazione di I PUT A SPELL ON YOU, ad esempio. Il secondo singolo italiano fu NIGHTMARE ma non bissò il successo del precedente. Sebbene assente dalle classifiche mondiali (il suo secondo LP registrato nel 1969 fu pubblicato solo nel 1988!), il suo nome continuò a circolare negli ambienti musicali anglosassoni esibendosi dal vivo fino alla fine degli anni settanta quando Brown decise di ritirarsi dallo showbiz. Oggi, quando se ne presenta l'opportunità, Arthur Brown continua ad indossare il suo braciere a mo' di berretto facendo ancora fuoco e fiamme (è il caso di dirlo). (Christian Calabrese)