recensioni dischi
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TOM MOTO  "Junk"
   (2009 )

E' andata così: a Calca toccavano gli effetti, la tromba e il trombone, a Juri la batteria e a Giulio il basso. Un trio nato nel dicembre del 2006 e ad oggi - dopo innumerevoli live a fianco di gruppi noti del panorama italiano più underground - eccoci qui al disco ufficiale, in dodici tracks, dal titolo ''Junk''. Si potrebbero presentare così i Tom Moto, anche se le presentazioni dicono poco: saranno i fatti, di questo loro esordio in uscita per la conosciuta Lizard, a dirla lunga! Autori di travolgenti formule in jazz-funk schizofrenico, i Tom Moto amano l'improvvisazione più accurata senza per questo perdere in grinta, lo dicono ad alta voce le lezioni più rock, quelle ritmiche tese ed incalzanti che per affinità ricordano le tinte forti care agli Zu. I repertori qui sono tutt'altro che prevedibili: si passa da tracce di impro con a fianco le letture di Charles Bukowki tratte dal libro ''Post Office'' (''Post office I'', ''Post office II'' e ''Post office III'') a forme ancor più sperimentali. Dal post punk dai ritmi frastagliati e sgimbesci di "Proboscide" alle corde forsennate di "XL", intersecando complesse ed articolate parsimonie di mezzi sonori di "Sonata" ed arrivando nei percussivi tronfi di "Grog". I momenti migliori di una band risoluta, decisa e matura. Non finirà nella polvere dei tempi, ne siamo certi. (Sara Bracco)