recensioni dischi
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MARIA PIA DE VITO & SONGS FROM THE UNDERGROUND  "Mind the gap"
   (2009 )

Nell’imperdibile performance di Maria Pia De Vito e dei suoi musicisti, di quella, cioè, che è considerata una delle voci più libere e poliedriche del jazz contemporaneo, in grado di rivisitare in maniera inedita il repertorio jazz più ortodosso, e non solo, fondendolo armoniosamente con echi e influssi ‘avveniristici’ della moderna tecnologia musicale e relativa sperimentazione sonora, ci si può aspettare davvero di tutto, in quanto a virtuosismi e improvvisazione. E ciò a partire da una capacità vocale estremamente duttile, variegata, segnata da un forte temperamento e da mille sfumature, libere da cristallizzazioni e limiti, così da poter affrontare e rielaborare in modo originale, grazie alla tecnica, alla timbrica e a una lunga ricerca di sound e melodia, tanti differenti approcci musicali. E questo è solo il punto di partenza da cui si è mossa l’artista nel suo “Mind The Gap”, disco elaboratissimo, con una grande attenzione non solo al lato compositivo, ma anche ai testi, originali e non. Diverse, infatti, le cover, che spaziano dal repertorio di Annie Lennox a composizioni “nordiche” di Björk, di Sidsel Endresen e Django Bates, per proseguire con Randy Newman e Jimi Hendrix. E naturalmente non mancano i brani originali, spesso scritti a più mani con i compagni di avventura di “Mind the gap”. Tutto ciò concorre a disegnare un percorso complesso e allo stesso tempo lineare, di grande coerenza espressiva, con uso esteso dell’elettronica sempre al servizio delle istanze espressive di una tra le più grandi protagoniste della scena (non solo jazz) attuale. L’album è su etichetta EmArcy, la prima volta per la De Vito.