recensioni dischi
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SQUALLOR  "Tromba"
   (1980 )

La base dance scopiazzata da Michael Jackson (una cosa che avrebbero fatto spesso, quella di prendere basi al limite del plagio) fa conoscere al mondo il vampiro, anzi il vampirla, a nome “Nosfigatus”. Gli Squallor ci avevano preso gusto, e in “Tromba” continuano a seguire la strada tanto amata, con i dischi che vendevano, e radio e televisioni che faticavano a mandare in giro la loro musica. Anzi: la censura era ovvia, anche se tutti, sottobanco, ridevano e scherzavano delle loro canzoni. “Certo, i ragazzi con le loro fidanzate sentono Baglioni, ma poi quando la ragazza scende dalla macchina, e si ritrovano con gli amici, parlano come parliamo noi”, dicevano loro, e vagli a dare torto. Qui viene eletto un papa napoletano, “Gennarino primo”, che si interessa più al calcio e alla pennichella che non ad encicliche. C’è il finto sardo, in pieno periodo di anonima sequestri, che si rapisce da solo in “Pane e barbagia”: gli Squallor sembravano triviali, ma spesso nei loro testi mettevano alla berlina usi, costumi e problemi del loro tempo, e qui lo dimostrarono. Così come in “Tutto il morto minuto per minuto”, in un periodo di morti allo stadio o di Formula Uno (e qui il cronista, ricordando il Mario Poltronieri dell’epoca, si chiama Poltrona). C’è anche chi va a “Casablanca” ad operarsi proprio lì, e soprattutto la prima canzone melodica napoletana. Che musicalmente sarebbe piaciuta a Gigi D’Alessio o al presidenziale Apicella: peccato che cantare “Chi cazz m’o fa fa” davanti a qualche politico estero, forse, non sarebbe l’ideale per le relazioni internazionali. Forse, ma forse no. (Enrico Faggiano)