MAGNETIC SOUND MACHINE "Chromatic tunes"
(2009 )
Tempo di nuove per la Lizard Records, riconosciuta da sempre per quell'astuto fiuto che si fa identità, pescando fuori catalogo o fuori dal mucchio quelle personalità e d'originalità indiscutibili per scelta sonora. Tutt'altro che convenzionale l'esordio dei trevigiano Magnetic Sound Machine, abbandonate le dimensioni trendy del rock contemporaneo per ritornare al suono strumentale di per sè raro ma preziosa riscoperta di questi tempi. Affascinati dal progressive degli italiani Perigeo, i cinque giovani M.S.M restituiscono a questo esordio in tredici tracce affascinanti coesioni adoperate alla strumentazione ma di versatile dinamismo. Cinquantanove minuti a disposizione per "Chromatic Tunes" e una tavolozza di colori atipica, svincolata dalla struttura canzone e alla retorica della parola, ma concordata con sequenze di confine, dal rock al jazz passando per le radici del progressive, ai particolari dalle pulsioni funkeggianti o alle scritture più libere e creative. Le intro alla title track parlano chiaro, le questioni le faranno i fiati, tastiere e le batterie, a testimoniare i dialoghi più raffinati o animati; è il turno poi dei movimenti e del mutamento più eclettico di ''Bubble trouble'', dalle code post-rock, delle chitarre di ''Blue sensation'', dei piani ritmici mai privi di brillante estro in ''Acoustic image'' e ''Walking in the sun'', o delle latine influenza di ''Freak is back''. Nessuna condizione di passività di fronte alla prima prova dei Magnetic Sound Machine, ma plauso per le coinvolte atmosfere d'indubbio carattere, in cui intrufolarsi e scoprire tecnica e fantasia. (Sara Bracco)