POSI "I like Posi"
(2009 )
Il mood di “I Like Posi” è elettronico, sperimentale con alcune pillole di rap. Il progetto nasce due anni fa, sulla spinta di un singolo (e un video) intitolato "I like Paris", che voleva essere un “one off” a sè stante, un'ironica presa in giro al mondo gossippato di lustrini e paillettes (Paris da Paris Hilton), ed è diventato a breve un "caso" italiano, riscuotendo un notevole successo. In seguito è iniziata la lavorazione di questo disco, in cui Posi ha abbandonando le sonorità rap e si affacciata su quello che poi è diventato un mash up di stili; l'invenzione di un nuovo sound, che rispecchia totalmente il nuovo corso di POSI. Il disco è cinico, sarcastico, irriverente, diretto e provocatorio come solo la stessa Posi riesce ad essere. “Ho finalmente detto tutto quel che avrei voluto dire, e tutto quello che ho avuto il coraggio di pensare, accompagnata da produzioni che fanno saltare e ballare fino all'ultimo respiro”, dice POSI. Durante la lavorazione del disco, è nata "Voglio farmi la dj", brano autobiografico, che vede POSI nella doppia veste della Dj protagonista e magnetico oggetto di occhiate languide e sguardi cùpidi, avidi di carnalità, durante le sue esibizioni in consolle. "Voglio farmi la dj" è il singolo rivelazione di POSI, correlato da un video coloratissimo, ipnotico e travolgente. Il brano è diventato in breve tempo il "biglietto da visita" di POSI. Chiambretti si è perdutamente innamorato di questa canzone, che è stata la sigla del Plastic (locale storico della scena dei club italiani, punto fisso della vita notturna milanese) per diversi mesi ed è l'inno della comunità gay e lesbo. Il video di "Voglio farmi la Dj" è stato visto da migliaia di persone su Myspace e You tube (al Myspace di POSI sono iscritte circa 15mila persone e il sito sulla famosa community è stato campione di visite nel 2008). Con un feedback così travolgente POSI si è messa al lavoro sul nuovo album con grande entusiasmo e soprattutto con la voglia di andare dritta per la sua strada senza compromessi. Il risultato è un disco che è un fiume in piena... non solo di parole. Un fiume in piena di suoni electro, acidi, sinth, a volte rock, punk, di groove bestiali alla Basement Jaxx... E poi fotogrammi in rime da far invidia a The Streets. Poesia ritmica. Produzioni caratterizzate da bpm accelerati, 16 pezzi che strizzano l’occhio al dance floor su un tappeto di rime geniali che confermano Posi come una delle migliori songwriter italiane. 16 canzoni in bilico tra club e provocazione, tra realtà ed immaginario di una vita migliore. Col suo fascino malizioso e intrigante, i capelli biondi scompigliati, Posi è lontanissima dagli stereotipi della moda tradizionale. Canzoni come "Noir" toccano l'anima, accarezzando il desiderio di godersi gli attimi, e scoprire la bellezza della crescita e delle imperfezioni. Un excursus sul tempo che passa e scandisce i rapporti umani. Il tutto immerso in un'atmosfera carica di elettricità che ricorda le ballad alla Pink Floyd. Momenti più intimi come in "Neutrale", i suoni sono minimal, le strofe decise e cariche di sentimento, ed il ritornello che scoppia in un rock elettronico. "Clichè", è psichedelia! Il messaggio provocatorio che incasella i luoghi comuni dell'italiano medio, in cellette di pensiero come fossero alveari. "Non ti affezionare mai a me" e "Fatti prendere", evidenziano l'amore attraverso due prospettive differenti. La prima, a significare le voragini di solitudine e dolore che un sentimento trascorso può richiamare nel presente, la seconda, la carnalità dell'attrazione pura, e l'impossibilità a resisterle. Posi ha humor da vendere, vede tutto sotto una sua lente di ingrandimento, vive lontana dal gossip, dai party mondani e dalle celebrazioni all'ipocrisia. L'album è preceduto dal singolo "Lamette", gateway da ogni immaginazione. Travolgente. Eclettico. Un sinuoso beat incalzante, elettronico più che mai, tra sinth e bassi che riecheggiano come nei migliori club londinesi. Il brano prende spunto,in alcuni richiami, da un omaggio all’omonimo di Donatella Rettore. Ma poi si trasforma. Ed è parola, passo, emozione, suono, di quel sotterraneo scorrere della vita che confluisce in un nuovo scorrere di vita, fino alla negazione. Libertà di decidere. E ad ogni ascolto non potrete non essere stregati da quel suo intrigante e insidioso new mood. Saltuaria e precaria felicità, ma vissuta dannatamente ed intensamente, fino all'ultimo respiro.