recensioni dischi
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AMOR FOU  "Filemone e Bauci"
   (2009 )

Anticipato dal brano omonimo, e accompagnato da un racconto inedito di Alessandro Raina, ecco ‘Filemone e Bauci’, un e.p. di tre brani che riafferma il legame fra la band e il grande cantautorato italiano riletto in chiave moderna e cinematografica, a quasi due anni dal fortunato esordio ‘La stagione del cannibale’ (Homesleep Music, 2007). Prodotto e registrato a Milano in collaborazione con Raffaele Stefani (Morgan, F. Battiato, G. Nannini), l’e.p. contiene due inediti ed una cover de ’L’ultima occasione’, brano di Jimmy Fontana reso celebre da Mina. Attualmente gli Amor Fou stanno lavorando al nuovo Lp, contenente canzoni/ritratto sull’Italia del 2000, che completerà un ipotetico viaggio, inaugurato dal primo album e proseguito da questo e.p., fra i tanti volti della società italiana dagli anni sessanta ad oggi. Nelle Metamorfosi di Ovidio, Zeus ed Ermes vagarono per la terra con sembianze umane, bussando invano a mille porte. Una sola capanna di canne e fango offrì loro asilo. Qui, Filemone e Bauci invecchiavano insieme sopportando la povertà, resa più dolce dal loro legame. Scatenata la propria ira, gli dei risparmiarono i due coniugi, offrendosi di esaudire qualunque loro desiderio. Filemone e Bauci chiesero solo di poter morire insieme e Zeus li trasformò in una quercia e un tiglio uniti per il tronco. Nell’e.p. che prende il nome da questo archetipo di amore coniugale e ‘ordinario’, tuttavia, non c'è alcuna volontà di celebrare un passato leggendario. C'è la riflessione e l’atto di auto-accusa di un trentenne che guarda a sé e alla propria generazione, quella dei nati fra il 1961 e il 1981, per i quali l’amore, e spesso la vita stessa, in primis sembrano non avere ormai quasi più nulla di sacrale, di ideale. Proprio quella che l'omonimo libro di Douglas Coupland definì ‘X’, ad indicare la sua mancanza di identità, di rilevanza, di slancio. Si fanno i conti col presente, con il diventare grande nel solco di una generazione di figli nati dalle prime madri che presero la pillola per non averli e che dovettero andare a lavorare per mantenerli. Una generazione che maternità senza matrimonio e divorzi hanno reso spesso orfana dalla nascita, disillusa da decenni di promesse non mantenute, che di cambiamento e trasformazioni sembra non avere più voglia. E che imperterrita si specchia ripetutamente, dolcemente, sempre e solo in sé. In un continuo gioco di rimandi fra diverse sensibilità ed epoche (‘Il Ticinese’ è un fuoriuscito dalla lotta armata distrutto da un amore sbagliato, ma anche un quartiere emblema delle contraddizioni di Milano, mentre ’L’ultima occasione’ vede una donna accettare la sconfitta amorosa in modo dignitosissimo, in totale controtendenza all’odierno vittimismo giovanile), gli Amor Fou mettono da parte l’elettronica che pervadeva il primo disco per spaziare negli ultimi quarant’anni della canzone d’autore, italiana e non. Un caleidoscopio che ospita le colonne sonore di Morricone e John Barry, i film di Elio Petri e Godard, senza mai dimenticare la lezione di Battisti, Fossati, De Gregori fino ad arrivare alle intuizioni di Calexico, Blonde Redhead, Radiohead, alla costante ricerca di una dimensione che gratifichi il grande patrimonio della canzone italiana.