recensioni dischi
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OTTODIX  "Le notti di Oz"
   (2009 )

Due mesi di congedo per Ottodix dal riuscito riscontro live del pubblico, per iniziare l'esperienza con la Top Music Records ,con la quale annunciare l'album "Le Notti Di Oz", congedo che l'artista prende dopo l'ultimo concerto il 19 dicembre, quello che segna il primo vero proprio tour dell'artista, partito nell'aprile del 2008 a seguito dell'uscita di ''Nero'', ripreso successivamente in ottobre con la band composta da Mauro Franceschini (percussioni-tastiere), Rocco Prete (tastiere.cori) e Antonio Massari (chitarra) per promuovere il singolo "Fiore del Male", ad anticipare nettamente "Le Notti di Oz". E siamo arrivati al dunque in quindici tracce, condotte con quell'indiscutibile stile che Alessandro Zannier (alias Ottodix) incrocia tra synth, pop, ispirazioni elettroniche e musica d'autore. Creature digitali a cui l'immaginario potrebbe collegare le influenze migliori da Goldfrapp, Bluvertigo, Bjork, Massive Attack, Depeche Mode e Garbo, a segnalare, con quest'ultimo le collaborazioni che risalgono al 2006 nel "Gialloelettrico tour". Creature sonore, a cui connotare genetiche teatralitą, quelle che l'artista Alessandro Zannier struttura in musica e parole, concedendo simbiosi tra virtuale e reale. Dualitą evidenziata dall'accostamento dalle linearitą di cantautorato a cui concedere testi schietti e decisi, dall'elettronica marcata, e matrici di dinamica fluorescenza. Registri noti che accompagnano l'intero disco, tra cui segnalare le circolaritą di "Rabarbaro Rabarbaro", "Io e Cassandra", "Effimera", "Strananotte" e "Fiore del Male". Creative sonoritą, figlie dell'era post-industriale, tra mito, leggenda e realtą. (Sara Bracco)