recensioni dischi
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CHIARA RAGGI  "Molo 22"
   (2009 )

Un percorso musicale che si dipana tra canzoni e appunti di viaggio, affidato alla voce fresca ed avvolgente di Chiara Raggi ed ai giri armonici delle chitarre. Un momento di musica in cui trova spazio una nuova vena compositiva d’autore, miscelata a climi acustici e tratti di bossanova. Un continuo cercarsi di note e istinti: dalla morbidezza della voce alla profondità del basso e al suono accattivante del clarinetto che dialogano e condividono pezzi di storie musicali e di vita su corde, arpeggi e ritmi trascinanti. Suoni caldi e caratterizzati dall’utilizzo di strumenti della tradizione musicale brasiliana, sia nelle corde, sia nei tamburi. I temi trattati nelle canzoni sono brandelli di esistenza, a volte per immagini suggestive per lo più legati al reale, altre volte attraverso cortometraggi in musica. I testi non seguono la tipica struttura “canzone” del pop italiano ma si avvicinano stilisticamente alla poesia contemporanea, poche assonanze ed alcuna rima. Un album dove la parola percorre un canale preferenziale, ha potenza e forza… un album dove la musica veste la crudezza della parola detta trasformandola in qualcosa di vicino, caldo, sacro. Non è un concept inteso in maniera tradizionale, questo disco. Ma si può definire un concept nuovo, in cui a fare da fil rouge c’è la pulizia di suono, la trasparenza dei testi e l’originalità della musica. Il progetto Chiara Raggi (classe 1982, Rimini) parte da lontano, da una chitarra e una voce. Studia canto con la cantante Cristina Benefico, per poi approfondire la tecnica vocale con il soprano ungherese Magdolna Koczka, frequenta stages con la cantante jazz-etno-folk Faye Neppon. Si diploma in Chitarra Classica al Conservatorio della sua città a soli 20 anni, e nel 2003 incontra Bungaro, cantautore spesso premiato, che la invita a scrivere testi per lui e a cantare in un suo concerto nel novembre dello stesso anno. Un altro incontro importante è con il mondo della poesia contemporanea, prima col poeta Davide Rondoni e nelle collaborazioni con il Centro di Poesia Contemporanea di Bologna da lui fondato e diretto. Fra le collaborazioni più significative sicuramente quella con la poetessa e scrittrice Rosita Copioli che ha portato all’ideazione e alla messa in scena dello spettacolo teatrale “Splendida Lumina Solis” dove dialogano le poesie delle Copioli e le canzoni della Raggi, da loro stesse interpretate. Poi è la volta del poeta e critico Daniele Piccini con il quale porta sul palcoscenico “Concerto di Poesia”, presentazione in musica del libro “La Poesia Italiana. Dal 1960 ad oggi”: in questa occasione mette in musica alcuni testi poetici presenti nell’antologia trasformandoli in vere e proprie canzoni. Con il poeta Cesare Ricciotti ha creato “Il Giglio”, reading-concerto dedicato a Santa Chiara d’Assisi: una laude poetica di musica e parole ispirata alla vita della Santa. Questo spettacolo è stato presentato al “Tratti Folk Festival 2005” di Faenza. La regia è a cura di Vittorio Pettoni Possenti. Nel 2005 Chiara si trasferisce a Torino. In questa città inizia una fase musicale che la porta ad affermarsi sempre più come giovane cantautrice originale e inconsueta. Il 2008 è un anno importante: Chiara lavora a questo suo primo disco, omaggio alla sua terra, prodotto ed arrangiato insieme al chitarrista brasiliano Roberto Taufic Hasbun (che ha lavorato tra i tanti con Rosalia de Souza, Hermeto Pascola, Gianmaria Testa, Gabriele Mirabassi, Patrizia Laquidara, Meg, etc.), musicista ben affermato sulla scena del jazz italiano firmato Brasile e non solo. Partecipano al disco anche il percussionista Gilson Silveira (Sergio Caputo, Tullio De Piscopo, Miguel Bosè, Giobbe Covatta, Franco Mussida-PFM), il pianista ugualmente brasiliano Eduardo Taufic, il contrabbassista italiano Federico Marchesano (Gianmaria Testa, Mimmo Locasciulli, Carlo Actis Dato, Stefano Bollani ed Ensemble Mistà) e due giovani componenti della Torino Jazz Lab – orchestra laboratorio del Piemonte: Leonardo Enrici Baion, clarinetto, ed Evelina Paiano, flauto. Il disco è uscito per l’etichetta LaZaRiMus di Martin Bellavia, fondatore e frontman degli Ossi Duri.