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ROBERTO ANGELINI  "La vista concessa"
   (2009 )

Graditissimo ritorno alle origini per Roberto Angelini, cantautore romano che presenta il suo nuovo album “La Vista Concessa”. «Il mio terzo album è un disco fortemente autobiografico. È ispirato alla mia odissea in una realtà basata sulla necessità di apparire, amicizie virtuali e momenti di vita consumati troppo velocemente. Ho sentito l’esigenza di staccarmi da tutto ciò ed assecondare le sensazioni personali per esprimere le mie considerazioni esistenziali su questo mondo». Dopo la parentesi di “Gattomatto” del 2003, Roberto Angelini ha riscoperto la vena intimista e cantautorale degli esordi, quando si aggiudicò il Premio della Critica al Festival di Sanremo del 2001 con il brano “Il Sig. Domani”. Figlioccio adottivo del grande Chet Baker, che suonava con il suo patrigno e frequentando spesso la sua casa gli ha trasmesso la passione per il jazz, il cantautore romano ha impiegato cinque anni a realizzare il nuovo album “La vista concessa” (Carosello Records), per consentire alla propria ispirazione di manifestarsi libera da qualunque genere di pressione esterna. «Questo terzo disco è il degno successore del cd “Sig. Domani”, che nel 2001 mi ha dato notevoli gratificazioni sul piano artistico. Allo stesso tempo, però, considero “La vista concessa” come una nuova opera prima, perché ho riacceso quelle micce della creatività che inevitabilmente si spengono quando si pensa troppo alle varie classifiche. Il musicista è una spugna che assorbe le sensazioni che lo circondano con una sensibilità particolare nel comprendere le storie proprie e di altri individui. L’ispirazione, però, ha bisogno di tempo e libertà espressiva. Le mie canzoni nascono sempre dalla ricerca di accordi di chitarra che hanno già dentro le parole: un percorso creativo che può durare una sola notte, come nel caso del brano “Fiorirari”, ma possono passare anche anni prima di avere l’illuminazione che ti fa comprendere il senso di un giro di chitarra». Il primo singolo “Dicembre” ha una doppia chiave di lettura. «La principale è la sensazione di solitudine nella moltitudine. Sentirsi inadeguato anche se sei amato e benvoluto». Dicembre è anche il mese in cui è arrivato il suo primogenito Gabriele, nato il 26 dicembre 2006 dall’unione con l’attrice Claudia Pandolfi, protagonista delle doppie voci presenti in questo disco. «Non sono stato io a dedicare una canzone a mio figlio, bensì è Gabriele che nascendo proprio in quel mese ha fatto fiorire il significato di questo brano». Il singolo “Dicembre”, tra l'altro, è ormai da anni un fenomeno di culto su internet, grazie al video realizzato con la tecnica “a passo uno”, con sculture in plastilina realizzate da Stefano Argentero e dallo stesso Angelini, che è un modellatore esperto di plastilina, e ha usato questo materiale per il sito www.robertoangelini.it. Inserito nel 2006 nel suo Space (www.myspace.com/robertoangelini), il filmato di “Dicembre” è stato premiato come miglior video d’animazione al M.E.I. 2007 ed è rimasto a lungo nella homepage di YouTube con oltre 60mila contatti. «Modellare pongo e plastilina è una mia vecchia passione, così ho collaborato con Argentero nel video di “Dicembre” e ho fatto realizzare a un altro genio come Gianluca Maruotti, che firma anche il clip del brano “Fiorirari”, la raffigurazione con la plastilina del “falconiere bendato” che compare sulla copertina dell’album “La vista concessa”. Da tre anni frequento l’Associazione B5 di Trastevere, un gruppo romano di eccezionali animatori e illustratori ai quali ho affidato la realizzazione dei video di alcune canzoni del disco». La figura del “falconiere bendato” è perfetta per raffigurare il senso dell’album “La vista concessa”, riassunto nella titletrack che chiude l’ascolto del cd. «Quando ti viene concesso di guardare la realtà dei fatti puoi scegliere se mantenere la benda sugli occhi, restando in un ipocrita quieto vivere, oppure affrontare un mondo certamente più complicato ma finalmente reale. Non bisogna mai darsi per vinti: è vitale credere sempre nei propri sogni e inseguirli fino alla follia. È più difficile, ma più entusiasmante. Io mi ritengo una persona fortunata, perché a 33 anni credo ancora nei miei sogni: vivo felice nonostante le immancabili difficoltà». Per inseguire le sue aspirazioni Roberto Angelini ha esplorato diversi percorsi artistici. In questi cinque anni non si è dedicato esclusivamente al cd “La vista concessa”, ma sta proponendo forme d’espressione parallele. Oltre a modellare plastilina, è impegnato nel progetto romano del Collettivo Angelo Mai e ha aperto la sua etichetta discografica Fiorirari con la quale nel 2005 ha prodotto il disco “Pong Moon. Sognando Nick Drake”, un omaggio a un genio del folk-rock Anni '70 scomparso prematuramente. Recentemente si è cimentato come autore della colonna sonora del film “Sleepless”, che lo vede anche nei panni di attore in un cameo, nella quale ha inserito la canzone “Fino a qui tutto bene”, alcuni brani di artisti emergenti della sua etichetta e musiche originali composte per la pellicola. L’album “La vista concessa” è prodotto da Sergio Della Monica dei Planet Funk. «Si è confermato un grande artista e ha fatto quello che io mi aspetto da un produttore in sala d’incisione: mantenere l’identità di ciascun musicista e valorizzare il talento di ognuno senza snaturarlo pur di lasciare la propria impronta produttiva. Le intuizioni geniali di Sergio si notano maggiormente nell’incessante cambio armonico di “Dove sorge il suono” e nell’arrangiamento in cinque quarti del brano “Venere” sull’attrazione e le insidie della bellezza». Dal suo patrigno, grande chitarrista jazz, e dall’amico di famiglia Chet Baker, il cantautore romano ha ereditato il piacere per la musica colta e l’abilità nel comporre canzoni come “La vista concessa”, “Ora”, “Quando crollano le stelle” e “Tramonto”, con strutture sonore insolite perché libere da vincoli stilistici. Fra le quattordici tracce del cd “La vista concessa” troviamo il viscerale giro di chitarra di “Fino a qui tutto bene” («La vita va affrontata con ottimismo, perché i momenti brutti passano. Sempre»), la psichedelia stile Pink Floyd di “Fragile fragilissima felicità” («Siamo sempre alla ricerca di ciò che non abbiamo, così è bello solo il ricordo di quello che abbiamo avuto»), la chitarra slide di “Sulla sponda del fiume” («Una storia d’amore con i canoni narrativi di un film di Quentin Tarantino»), il rock roccioso di “Benicio Del Toro” («Una canzone giocosa ispirata alle espressioni di questo meraviglioso attore in “Traffic” e “I soliti sospetti”») fino a “Beatochinonsa” («È pericoloso entrare nella “stanza dei bottoni” dove vengono manovrati gli ingranaggi che regolano le nostre vite») nel quale si ritrovano impronte del suo viaggio nell’universo musicale di Nick Drake. Oltre alla sua compagna Claudia Pandolfi ai cori e alle doppie voci, Roberto Angelini in questo disco ha radunato un gruppo di persone che sono allo stesso tempo grandi amici e musicisti di talento: Massimo Giangrande alla chitarra elettrica, Andrea Pesce e Mr Koffee (Tiromancino) al pianoforte e alle tastiere, Rodrigo D’Erasmo (Afterhours, Cesare Basile) al violino, Gabriele Lazzarotti (Daniele Silvestri) al basso e Fabio Rondanini (Calibro 35) alla batteria. Lo stesso Angelini ha suonato parecchi strumenti: in particolare il pianoforte e le chitarre acustiche ed elettriche. “La vista concessa” è un’antologia di canzoni raffinate e profonde riflessioni sulla vita, l’amore e la felicità per affermare l’importanza della passione in ogni nostra azione. Roberto lo canta chiaramente in “Fiorirari”, uno dei brani più esistenziali e personali. «Non voglio rischiare di comportarmi come una madre, che porta addosso i lividi delle proprie scelte. Nel testo mi domando se siamo “fiori rari nel deserto o nani da giardino”, perché non voglio sprecare la mia vita con un sorriso finto perennemente stampato in faccia. Il finale è propositivo, “…e dove non si va, andremo”, perché anche nelle mie considerazioni più amare prevale sempre un atteggiamento positivo proiettato al futuro».