RED BASICA "Les premiers plaisirs"
(2009 )
I primi piaceri (Les premiers plaisirs) sono quelli del gusto: il gusto di sperimentare il mondo e raccontarlo attraverso i propri linguaggi. Per questo l'esordio in studio dei Red Basica è fin dal primo afflato di tromba un'esplosione di forme e colori musicali. Red Basica la linea cromatica di riferimento. Il resto è pura libertà espressiva: scoperta quasi per caso nelle aule di conservatorio e sviluppata a margine delle lezioni universitarie, poi composta e suonata per anni a cavallo tra Italia e Francia, per darle finalmente corpo e sostanza. Infine portata a casa e resa germoglio al sole del Mezzogiorno. ''Les premiers plaisirs'', prodotto dalla calabrese MK Records e distribuito in Francia dal circuito FNAC e in Italia nei migliori negozi di dischi dalla Venus Distribuzioni, è un album onirico ed eclettico, un patchwork di ritmi e generi. Successione di giochi di stile necessaria per poter cogliere la vitalità insita nella natura delle sette note. Libertà d'espressione e manifesto futurista: lasciateci divertire ed esprimere in musica tutto ciò che non ci è permesso dire a parole. Per questo motivo è impossibile ricondurre ''Les premiers plaisirs'' ad un unico genere: dal free jazz di ''Gay pride'', brano d'apertura del disco, all'intensa ballata ''Free not to believe'' (primo singolo estratto), dall'ironia del progressive di ''A sentimental crap'' al folk baldanzoso di ''Like Geppetto in the whale/Ebony contraceptive'', fino alle influenze balcaniche dell'intro di ''Les premiers plaisirs de Mimosa'', brano dal sapore d'avanguardia che si abbandona al gusto retrospettivo dei suoni rarefatti, involuti e dalle svolte sonore inattese. Un manifesto dell'amalgama di anime presenti nell'album è ''Seed'': autentico crocevia, posto a metà della tracklist, fra le strade di genere percorribili. E' a questo punto che gli strumenti musicali si fanno mezzi di trasporto per i differenti sensi: la parola, dove può, a narrare gli intenti. I fiati, per descrivere gli affanni di un amore nevrotico. La ritmicità militare del basso a indicare i margini della strada da percorrere. La batteria, motore a singhiozzo per passioni irregolari. Di qui in poi la strada è aperta, e va, spedita, verso il raggiunto equilibrio mobile di brani come ''To friendship'' e ''Who are your fancy friends'', armonia di voci e tenere sonorità. Ma è solo un momento, la quiete prima della tempesta dell'etnojazz di ''Butterflyin''' e del prepotente freenoise di ''Underblood cavein/Don't think about'', asfalto umido e insidioso di un vicolo cieco, e di ''Hi mole'', visionario brano di chiusura. A raccontarci il loro mondo, un sestetto di artisti di prim'ordine: Mirko Onofrio, autore del progetto, voce e flauto dai trascorsi illustri, dal successo ottenuto all'ultima edizione del Festival Jazz Rumori Mediterranei, alle collaborazioni con artisti del calibro di David Murray, Baba Sissoko, Eugenio Colombo, Nicola Pisani, Thierry Madiòt, Markus Bernstein, Mandara e tanti altri. Tra le collaborazioni attuali: il laboratorio di ricerca di Siena Jazz con il pianista Stefano Battaglia. Gianfranco De Franco (sax e clarinetti), polistrumentista in svariati progetti, da Mandara a Dissonorata. Giuseppe Oliveto (trombone) tiene concerti da solista con l'orchestra I Solisti Europei e collabora con l'Orchestra Sinfonica di Sanremo, Filarmonica di Verona, e Officina Musicale. Massimo Garritano (chitarre) ha suonato tra gli altri con Jan Gunnar Hoff, Nicola Pisani, Eugenio Colombo, Lutte Berg, David Murray, Agricantus. Giuseppe Sergi (basso) collabora come bassista a progetti di matrice jazz: Jazz Orchestra, Spring Project, Lule Bore Project. Massimo Palermo (batteria) collabora a diversi progetti di musica pop e rock. Con il trio Free Radicals ha realizzato ed eseguito le musiche per due spettacoli teatrali diretti da Max Mazzotta, uno dei quali prodotto dal Piccolo Teatro di Milano.