recensioni dischi
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TOXIC TUNA  "Elegante"
   (2008 )

La formazione dei Toxic Tuna risale al 2001, quando Albo, Kruger e Andre – reduci da passate esperienze in gruppi tra compagni di scuola – decidono di intraprendere un nuovo percorso indirizzato allo ska, la celeberrima musica in levare. Dopo un breve rodaggio a suon di cover dei loro idoli, si iniziano a delineare i contorni del progetto che prenderà via via forma con l'aggiunta di un cantante e una sezione fiati: una contaminazione dello ska non solo con elementi presi dal punk e dal rock, ma anche da jazz, swing, reggae, funky, metal, assumendo come unica costante l'assenza di limitazioni alle reciproche influenze. Nel 2002, grazie a molto lavoro e apprezzabili risultati, la band riesce ad autoprodurre ''Lo Chiameremo Faina'', un promo di due tracce. Una serie di concerti li portano a suonare a fianco di gruppi come Pornoriviste, Matrioska e il Tim Tour 2002. Nel corso del 2003 arriva un’altra autoproduzione (''Ci Vuole il Fisico''). Tra l'autunno del 2004 e la primavera del 2005 avviene il maggiore cambiamento nell'organico dei TT: si passa a otto elementi e arriva alla voce Ketty. Con il suo arrivo, i Toxic Tuna vengono annoverati tra i pochi gruppi ska con voce femminile. Si arriva così a ''Elegante'', praticamente un esordio, anche se compiuto a 7 anni dai ''veri'' inizi. Il disco si pone l’obiettivo di mantenere l’eterogeneità dei suoni che da sempre caratterizza il progetto: un mix tra ska, swing, jazz e rocksteady unito a sonorità talvolta rock, guardando al contesto non solo italiano, con particolare riferimento allo ska americano, jamaicano ed europeo. Da sottolineare, però, che nonostante i riferimenti stilistici extra nazionali, l’impronta italiana del disco emerge dai testi e dalle sonorità. Altro elemento di richiamo alla tradizione italiana in levare emerge dalla collaborazione con La Dava, storico leader dei Vallanzaska, co-autore del brano ''Banana Manana y Noche de Cocco''. All’interno di quest’ottica di eterogeneità è presente un particolare attaccamento ai suoni del passato, che colorisce di tinte vintage diversi brani; quest’ultimo aspetto è evidenziato anche dalla scelta delle due cover presentate nel disco, ''Why don’t you do right'' (brano celebre nell’interpretazione dell’artista Peggy Lee, che richiama la musica swing americana degli anni ’40) e ''Nessuno'', storico pezzo interpretato da Mina, esempio di forma-canzone e melodia cantautorale italiana tipica degli anni ‘60.