recensioni dischi
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ROULETTE CINESE  "Ibrido meccanico"
   (2008 )

Apre le scene con una sorta di cerimoniale elettronico vagamente ambient, il trio italiano dei Roulette Cinese, a cinque anni dall'esordio discografico di "Che fine ha fatto Baby Love?". Surreali i mondi digitali in elettronica pop, che si compiono tra le automazioni digitali e le oscillate basse frequenze di "Ibridomeccanico", intro necessarie a coronare le scelte in neon della dance ai dibattiti in risorse sintetiche. Spettano a "Love Song" le affinità testuali che si prestano alle eteree seconde voci di Francesca Gola, brano ripescato direttamente dal precedente lavoro e rivisitato in chiave electropop, come il successivo "Vegetale", ciondolante e morbosamente malato ma vivido al limite del tagliente. Ci sono poi i tributi a Fausto Rossi (Faust'o) di "Exit" tra passato e presente, che si occupano delle chiusure, per poi voltare pagina e ritrovarsi immersi nell'elettronica più dichiarata di "Un oscuro scrutare", che apre la terza ed ultima sezione del disco, non per nulla chiamata "Meccanico" e volutamente ispirata alle letture dei romanzi di P.K.Dick. La regola d'ora in poi sarà il contrasto tra melodico e sintetico ("Banalmente Dipendente"), tra umano e meccanico ("Io Non Conosco Le Cause Che Portano Alla Morte"), tra razionale e irrazionale nelle utlizzate tecniche cut up di "Kid C". Per parlare di sembianze, dalla sintesi di matrice elettronica cara agli anni '80, passando per i Depeche Mode o le italiane alternative dei Subsonica, innegabili comunque le suggestioni e l'ecletticità dei Roulette Cinese, che a tratti perdono un pò l'eleganza o peccano d'ingenuità, ma d'altronde da ogni prova si impara sempre qualcosa di nuovo! E la loro, credetemi, è una buonissima prova. (Sara Bracco)