recensioni dischi
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MARIA VENTURA  "Un filo di pazzia"
   (2008 )

Questo disco nasce dall'incontro di Maria Ventura, cantautrice e chitarrista di talento (gią vincitrice, nel 1995, della VI Edizione del Premio Cittą di Recanati), con un collettivo di musicisti che hanno fatto della rispettiva differente estrazione musicale un punto di forza: il pianista e tastierista Vittorio Bianchi, il contrabbassista Giorgio Ceruti e il batterista Eugenio Piovanelli. Composto da 11 brani inediti e una pičce piano e voce, "Fotografia", omaggio a C.A. Jobim, l'album si presenta come un progetto raffinato, nel segno della contaminazione tra generi musicali diversi, dal jazz al pop, dalla musica sudamericana alla canzone d'autore. Una miscela di atmosfere ora intime e struggenti, ora travolgenti e passionali, caratterizzata dalla soliditą della sezione ritmica, dall'elegante misura dei tappeti sonori e degli assolo di piano e, pił in generale, dal costante interplay tra i musicisti, cui la vena compositiva ed espressiva della cantautrice Maria Ventura, peraltro dotata di una vocalitą fuori dal comune, per tecnica esecutiva e timbro, conferisce un'impronta originale e una cifra stilistica unitaria e coerente. Ne emerge un sound coinvolgente, dove le liriche e le musiche dell'autrice bresciana prendono corpo e anima (''Un filo di pazzia''; ''Ligio a posto'', special guest Fulvio Sigurtą), con il supporto della sua voce profonda e versatile, strumento tra gli altri, e l'alternarsi di aperture melodiche e accelerazioni ritmiche incalzanti (''Analist' song'', ''Dove arrivano le onde''), di crescendo emotivi e momenti di sospensione (''Piove'', ''Luna'', ''Fotografia''), di atmosfere teatrali (''Milonga di pioggia e di fuoco'') e cinematografiche (''Tango 1''). Un full lenght difficilmente etichettabile, in sottile equilibrio tra easy listening e ricercatezza, i cui contorni sfumati si svelano sin dalla cover art, "Arsenicum Ermafrodita", ad opera della stessa Maria Ventura.