recensioni dischi
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DAPHNE CRONICA  "Distributore di colpe"
   (2008 )

Due demo autoprodotti, alcuni cambi di lineup e un notevole numero di live e concorsi hanno fatto le ossa a questa band dagli esordi tutt'altro che sommessi. Premesse dal sapore grunge per "Regina di vagine", un'aggressività testuale, alcune volte emulata, ma tanto cara a quel rock anni '90, internazionale e non, che tanto ha fatto storia quanto scuola. Un mix vincente per “Machine Of Guilts”, lancinanti, quasi taglienti riff di chitarre, dichiarate e nitide linee di basso, tappeto essenziale, per non dire ideale, per la scelta della traccia di voce, urlata e stridula, richiamo d'autore o di stile all'icona-mito dei Nirvana, Kurt Cobain. Un basso in prima fila a cui si sommano distorsioni di chitarre e ritmiche nervine di batteria in "Twister", una rabbia soffocata dalla successiva "Oltre perla", di una dolcezza quasi dovuta, testi nostalgici e limiti poetici, un mood che piacevolmente ti rimane in testa. Un remake di chitarre, bassi e voce gia collaudato per "Profumo etereo" e "Nel blu", sicuramente congeniale quanto celebrata ispirazione in perfetto stile Afterhours. Settima e ultima traccia "Rumore-moderato", scelta strumentale quasi decompressiva per questo disco a cui sicuramente non manca grinta e carattere. Sette tracce ruvide, energiche, pungenti e dalla tecnica sopraffina, una scelta stilistica a tratti facilmente catalogabile: ma non abbiate timore, ne hanno di personalità questi Daphne Cronica, aspettiamoci di tutto! (Sara Bracco)