BUEN RETIRO "Escargot"
(2007 )
Ecco un disco da tenersi stretto, uno di quei dischi che stupisce gia al primo ascolto, in cui chiedersi "ma dove siete stati prima?". Due demo autoprodotti nel bagaglio della band ('Ruggine perfetta' del 2001 e 'Demodè' del 2004) e un'intesa attività live lungo la penisola arrivando a condividere il palco con nomi del calibro di Giorgio Canali e Santo Niente, che li ha portati direttamente alla produzione del nuovo lavoro 'Escargot', prodotto da Andrea Di Giambattista e masterizzato da Molecola: "niente male come inizio!", direbbero gli amanti del settore. E questo lo si nota non solo per il curriculum collaborativo di produttori & company, ma fin dalle prime note di "Demodè", un intreccio di voci e chitarre, un tappeto convincente di batteria e un crescere malinconico di pieni e di vuoti, una corsa tutta d'un fiato di un post rock liberatorio. Cambiamo registro con "Paola": un'incalzante batteria dal ritmo ossessivo, voce distorta e chitarre aggressive, struttura degna di quel panorama noise che ha fatto la storia, apertura geniale per le sonorità di "Sonomono", riff di chitarre dall'animo delicato, malinconico saluto in cui lasciarsi piacevolmente rapire. Ed eccoci immergerci nella calma apparente di "Fragole", e siamo a metà del disco, non cosa da poco direi, considerando che non manca nulla a queste quattro tracce. Un basso in prima linea per "Escargot" e una voce femminile sussurrata quasi immaginata, intriganti tagli di stile, interferenze di ritmi e suoni: formula deliziosa per un'ouverture raffinata con un cantato in francese che non può che stupire. Un viaggio metafisico in "Ognuno", synth d'apertura per una batteria dalla metrica insistente quasi ad andare oltre, in un sommarsi di timpani, piatti e chitarre riverberate. Chiusura noise per "Ombra" e "Non voglio più", in cui non mancano padronanza di forma e curati arrangiamenti, binomi perfetti per parti ritmiche di basso e batteria senza dimenticare le intriganti linee di voce e chitarra, premesse impeccabili per uno stile a cui non manca sicuramente identità. Scommetto che pure voi non riuscirete più a fare a meno di questo disco... provare per credere! (Sara Bracco)