recensioni dischi
   torna all'elenco


THRESHOLD  "Critical mass"
   (2002 )

A mio avviso gli inglesi Threshold sono uno di migliori gruppi usciti negli anni '90. Portatori di una proposta musicale sicuramente non sconvolgente (o comunque "innovativa"), hanno costruito la loro carriera disco dopo disco riuscendo a mantenere sempre uno standard quantomeno dignitoso. Ad oggi il loro vertice rimane lo straordinario esordio "Wounded Land", ingigantito dalla spettacolare prestazione del cantante Damian Wilson. Ma anche con altri cantanti i nostri sono riusciti a creare musica ispirata e coinvolgente e questo "Critical Mass" del 2002 ne è un buon esempio. Un buon disco, anche se in carriera ne hanno fatti di migliori, ad esempio il precedente ottimo "Hyphotetical". Quest'ultimo era notevole, potente e compatto, con alcuni brani eccellenti (straordinaria l'intuizione sul ritornello di "Light And Space"); "Critical Mass" è leggermente più carente da questo punto di vista, un bell'album con belle canzoni ma con meno "tocchi di magia", per farla breve. Otto pezzi per un'ora di buona musica, a tratti avvincente a tratti leggermente meno ispirata, ma comunque sempre degna d'attenzione. E' giusto ricordare che la musica proposta dai Threshold viene definita prog metal quasi per convenzione, visto che in definitiva il loro è un metal potente e melodico, duro nei pesanti riff di chitarra e melodico negli arrangiamenti di tastiere e nei frequenti arpeggi che accompagnano molte strofe. Certo, il non rincorrere sempre la forma canzone, una certa originalità di fondo, l'avere pezzi piuttosto lunghi e - non ultimo! - l'uscire per Inside Out fanno sì che i Threshold vengano fatti confluire nel calderone prog metal... con qualche riserva, prendiamola per buona. Di certo quel che manca ai Threshold non è la personalità: il loro suono è assolutamente riconoscibile (spesso) dopo poche note. Non fa eccezione l'attacco di "Phenomenon", apripista di "Critical Mass". Riff pesanti e spezzati di chitarra, potenti senza troppi fronzoli intervallati da aperture melodiche di ampio respiro, con i tappeti di tastiere a dominare il tutto. "Choices" prosegue sulla stessa falsariga. Un suono grosso, dai toni quasi "epici" (prendete questo aggettivo nella sua più vasta accezione), pieno di riff e arrangiamenti metallici. Questo seconda canzone è comunque più elaborata, con arpeggi e assolettini di tastiera perfettamente inseriti nel contesto. Molto bello il breve "ritornello". La terza "Falling Away" invece presenta due facce, a mio parere. La strofa quasi rarefatta stupisce per la sua bellezza, mentre il chorus mi sembra poco curato, per quanto trascinante. Credo che un arrangiamento vocale diverso avrebbe potuto donare qualcosa di più al brano, comunque buono. C'è da dire che comunque la classe non fa loro difetto e le melodie portanti sono sempre valide e comunque piuttosto ispirate. "Fragmentation" ricorda i Magellan - e quindi diversi gruppi storici del prog anni '70 - in alcuni arrangiamenti vocali al momento del ritornello. Per il resto rimarca come gli inglesi siano dei maestri nel costruire quasi dei lunghi crescendo che partono da strofe leggere, che si induriscono nella seconda parte, per lasciare spazio in maniera naturale e musicale al bridge che lancia il chorus. Una capacità innata che spesso difetta in altre band e che li rende quindi decisamente più "musicali" e ascoltabili di tante prog-metal band. Il mio cantate preferito dei Threshold rimane Wilson, però c'è da dire che anche Mac non è affatto male. Magari meno caratterizzante ma sempre preciso e a capace nei suoi interventi. Ascoltate ad esempio l'inizio leggero di "Echoes Of Life"! Il proseguo del pezzo rimane piacevole, per quanto più duro e pieno di interventi solistici sempre in tema. Molto bello a tal proposito l'assolo finale di chitarra, poche note ma buone! Un bell'arpeggio ipnotico apre "Round And Round", brano dalle atmosfere abbastanza particolari. Piacevole, anche se non il massimo. C'è da dire che anche nei momenti un po' sottotono i nostri non perdano comunque in musicalità o si lascino andare ad improvvise cadute di tono. Di tutt'altra pasta la successiva "Avalon", sicuramente uno dei momenti più alti del disco. Un brano semplice nella sua costruzione ma giocato tutto sull'interpretazione e sul pathos: veramente molto bello! A chiudere troviamo la canzone che dà il titolo al disco, tredici minuti e mezzo di metal progressivo alla loro maniera. La prima parte si intitola "Fission" e raggiunge il suo climax nello stupendo chorus made-in-Threshold al 100%! La seconda parte, "Fusion", è strumentale ed è praticamente un lungo e bellissimo assolo di chitarra su una base lenta ma comunque "piena". La terza parte è "Lucky", chirarra acustica e voce e sottili arrangiamenti di tastiera tra una parte cantata e l'altra. Si chiude in punta di piedi con "...I've only just found it / it's slipping away / and there's nothing I can do". .. e spero questi vi invogli a leggere i testi. Ho dedicato diversi ascolti a questo disco. Inizialmente mi piacque, poi non mi convinceva del tutto. Oggi mi sento di dire che è comunque un disco più che valido che merita sicuramente di far parte della discografia dei Threshold, che comprende però dischi superiori. Un disco che si riascolta con piacere anche a distanza di tempo. D'altronde i Threshold pur facendo prog metal giocano indubbiamente sulle emozioni, e quelle sono realmente senza tempo. (Massimiliano Dionigi - "Shapelesszine")