recensioni dischi
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ORIGINAL BABUZZI BAND  "Una banda a parte"
   (2008 )

Il loro quasi concittadino Max Pezzali dice “comprati un disco a caso e ci troverai una canzone che ti piacerà”, potrei scommettere che in 'Una Banda a Parte' ne troverete più di una. È questo il titolo dell’album di esordio di questi quattro ragazzi milanesi, conosciuti singolarmente come Fredda, Bus, Marking e Omarino, ma che davanti ad un microfono rispondono ad un solo nome: Original Babuzzi Band. Respirare l’aria di Milano (ormai una sorta di Detroit italiana) pare faccia bene a chi ha qualcosa da dire e lo vuole fare con un sottofondo Rap\Hip-Pop: J-Ax e Mondo Marcio ci hanno abituato bene, forse persino viziati, e per i Babuzzi la strada sarà in salita ma dai loro testi non emerge timore. Per fare un gruppo Rap meritevole di rispetto, essere arrabbiati e avere un soprannome è una condizione necessaria ma non sufficiente, servono anche idee e soprattutto rime. Se, come loro, sei nato e cresciuto in un contesto che funge da ispirazione giorno dopo giorno, avrai tutte le carte in regola. E che cos’è, se non questo, la loro Milano? Il continuo ribadire la propria origine non è spinto certo da sentimenti campanilistici ma dalla voglia di urlare e di fare sapere a tutta la penisola che ci sono cose che proprio non vanno e guai ancora lontani dall’essere superati. Tutto questo e molto di più sta in una frase della prima traccia: “Siamo autori di una musica tutt’altro che leggera, ispirata alla Milano della Ligera”, discorso che si compie nel penultimo pezzo '14.02.1950' ove si narrano le vicende di Renato Vallanzasca, pezzo grosso della malavita lombarda. 'Una Banda a Parte' è il loro primo disco (tralasciando il singolo 'ElettroPunkLife') e, se consideriamo che il pezzo 'Stiamo tutti bene' è già in rotazione in tutte le radio e che la traccia 'Milano 3ma' si è guadagnata l’attenzione degli autori di Lucignolo accompagnando uno dei suoi servizi, direi che le cose non stiano andando troppo male. Non solo fortuna, allora, ma innegabile talento ed istinto. Molto efficaci dal punto di vista dell’amalgama musicale sono i featuring con Alessio Beltrami e con la sensualissima voce di Vanessa, e ottima anche la capacità di saper attingere dal repertorio italiano e di riutilizzarne dei frammenti (come in 'Ragazzo di strada' in cui ritorna il refrain dell’omonimo successo de I Corvi del ‘66). Se per essere attendibili occorre anche sottolineare i punti di fragilità di un album, allora non mi esimo dal fare ai Babuzzi un piccolo appunto. Mi piacerebbe che, oltre ad esserlo di nome, originali lo fossero anche di fatto, e che per una volta fosse possibile ascoltare un cd rap senza imbattersi in una traccia di elogio al fumo e alle altre droghe leggere. È una richiesta ambiziosa, dato che oramai il binomio rap-droga sembra dannatamente consolidato, ma chissà... In conclusione, 'Una banda a Parte' è un disco in cui si fanno prima ad elencare le cose che non vanno piuttosto che quelle che funzionano, e la valutazione non può che essere positiva. Passare dalla strada alle classifiche non è un’utopia. (Moris Carriero)