CLAUDIO BISIO "Paté d'animo"
(1991 )
Mettete un comico calvo (e guai a dirglielo), un pianolista capace di tutto, e avrete una formula magica per ottenere un curioso quanto smodato successo. Lui è Claudio Bisio, l'altro è Rocco Tanica. Siamo nel 1991, periodo in cui la musica italiana si stava anche aprendo, se vogliamo, ad un accenno di demenzialità o, se vogliamo, di comicità allargata alle hit parades: c'era stato l'effimero boom di Francesco Salvi, l'esplosione di Elio e le Storie Tese (prima di accorgersi che, gli Elii, andavano un po' oltre il semplice "fanno ridere"), oltre ai "Faccia da pirla" et similia. Insomma: c'era possibilità di andare anche bene, se la cosa era fatta con garbo e gusto. Tanica mischiò varie campionature (da Lucio Battisti ai Pink Floyd, per essere chiari) ad un monologo senza fiato di Bisio, e il risultato andò dritto dritto al Festivalbar. Si chiamava "Rapput", ed era la triste storia di un fidanzato pluricornificato dalla di lui (ex) fidanzata che, alla ricerca del proprio io, andava a divertirsi insieme all'amica Giovanna su una qualche isola greca. Al limite dello scontro diplomatico ("quante cazzo di isolacce deve averci questa merda di una Grecia?", implorava disperato Bisio), aggiungendo una blanda citazione del recente successo di Enigma - con la differenza che, invece di canti gregoriani, qui si parlava di "contratio vaginalis" prima del catartico urlo "puttaaaaana!" che, probabilmente, metteva fine alla contorta love story. Successo estivo a dir poco, uscì successivamente anche un album, dove oltre all'inevitabile "Rapput 2", chiamata stavolta "Sapore di pinne", senza però lo stesso fascino, si andava dal cabaret puro alla satira politica (con le sventure kenyane dell'allora boss PSI Claudio Martelli) ad altre cose davvero divertenti ("Alfonso 2000", storia di un flipper poco educato), con Elio ospite qua e là, e Rocco Tanica a campionar l'impossibile. Ci si divertiva, insomma, con un unico quesito: ma 'sti pescatori greci non potevano impiccarsi con le reti, piuttosto che importunare le ragazze normalmente brave ma che travolte dagli eventi non disdegnavano di fare la puttana? (Enrico Faggiano)