DURAN DURAN "Medazzaland"
(1997 )
Munta la mucca, e trovato latte con “Ordinary world” e “Come undone”, i Durans decisero di dare un calcio al secchio, con un improbabile album di cover (“Thank you”) che fece inorridire i fans dei gruppi citati. Va bene andare a Sanremo a cantare “White lines” con Grandmaster Flash a rappare le parti originali (e poi Sanremo era sempre un posto dove Simon, sebbene imbolsito, giocava in casa), ma sentirlo miagolare sui Doors o sui Led Zeppelin era troppo. Ormai trattati come dei vecchi incapaci di qualcosa di razionale, come se Maradona andasse a sgambettare sui campi della Paganese senza reggersi in piedi, l’uscita di “Medazzaland” passň quasi totalmente inosservata, tanto che il disco in Italia sarebbe uscito solo d’importazione, ultima onta ai bei tempi che furono, quando Le Bon poteva chiedere di spostare il Duomo a Roma e il Colosseo a Milano, e le fans lo avrebbero accontentato. Due singoli decenti “Out of my mind” e la “Electric Barbarella” che richiamava l’antica etimologia del nome della band, ma la corsa del disco, obiettivamente senza particolari motivi per farsi rimpiangere, finivano qui. Certo, ci furono anche i primi tentativi di utilizzare il canale Internet per promuovere le canzoni, ma forse non era il modo migliore per tornare in auge. (Enrico Faggiano)