recensioni dischi
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VANDERLEI  "1234"
   (2007 )

La genesi dei bolognesi Vanderlei non è esattamente allegra. Nel senso che la band è nata nel 2005 quando i diversi elementi si incontrarono sul palco dell'Estragon, un celebre locale live della città, in occasione di un concerto dedicato ad un amico scomparso. Converrete con me che ci sono aneddoti più divertenti da raccontare nella propria biografia, no? Buona parte della band proveniva in verità dai Kybbutz, gruppo che ha all’attivo 2 demo: “La scatola” del ‘99 (prodotto da Jeppe Catalano, batterista di Marco Parente e Giorgio Canali) e “Danzatore” del 2001. Una volta “traslati” nel nuovo progetto denominato Vanderlei, i ragazzi hanno continuato a macinare chilometri e note, ottenendo l’importante risultato di essere scelti tra le migliori dieci band dell'Emilia Romagna per rappresentare la regione al Mei di Faenza. Ed eccoci quindi a questo “1234”, e.p. completamente autoprodotto che, pur continuando il discorso intrapreso ai tempi dei Kybbutz, segna l'inizio di un nuovo percorso. Sei tracce più che valide (“Calice”, “Eroe del crepuscolo” e l’iniziale “Migliora” sono probabilmente gli episodi migliori) che mostrano chiaramente come, se ben fatta, la musica rock tricolore non abbia nulla da invidiare ai più noti colleghi d’oltre frontiera. Provare per credere. (Andrea Rossi)