IL GENIO "Il Genio"
(2008 )
Come si fa a chiamare un duo “Il genio”? Questi ragazzi non hanno timore di essere tacciati di immodestia? Pare proprio di no. Anzi, sembra invece che non gliene freghi niente di niente. Al punto che, questi due, decidono di fare una musica retrò, fuori tempo: un electropop minimale, nel quale il batterista ufficiale è un Ipod, e quindi tutte le musiche sono interamente suonate da loro, da Gianluca De Rubertis (chitarra e tastiere) e da Alessandra Contini (basso). C’è, però, una sorpresa, una novità inattesa: che ne salta fuori un grande disco. Che, alla faccia della minimalità del progetto, il risultato è perfetto. Compiuto, rotondo. Non sarebbe migliorabile con la London Symphony Orchestra, ecco cosa c’è. Ascoltatevi il singolo “Pop porno”, che ti si attacca addosso come una maglietta dopo un acquazzone. Oppure “Le bugie di Francois”, nella quale, in barba al francesismo espresso sin dal titolo, la scrittura è tipicamente italiana. O ancora la curiosa “Non è possibile”, incredibile e psichedelica invettiva sull’impossibilità dell’allunaggio… Oppure “La pathétique”, nella quale Beethoven viene massacrato con gusto, in una versione strampalata che, ci crediate o no, alla fin fine è rispettosa dell’originale. O, infine, “Una giapponese a Roma”, l’unica cover del lotto, brano dei tempi andati originariamente cantato da Kaimi Karie. Una vera sorpresa, insomma, l’album d’esordio de “Il Genio”. Sta a vedere che lo sono davvero, dei geni?!? (Andrea Rossi)