recensioni dischi
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GOBLIN  "Roller"
   (1976 )

Vorrei anche io rendere omaggio ad un album che mi ha decisamente sorpreso, in positivo. Riscoperto (polveroso) in questi giorni di cazzeggio pre-universitario, lo considero un ottimo esempio di prog-rock strumentale, anche se il disco, purtroppo, non ha riscosso l'attenzione di altri gruppi italiani del periodo. Infatti è uno dei pochi album dei Goblin non-soundtrack, e questo ha permesso ai cinque proggers di comporre e suonare molto più liberamente. Ed è proprio questo il problema: la discografia dei Goblin è composta per lo più da colonne sonore (soprattutto per film horror), e questo li ha resi vittime di un clichè che non ha permesso loro, in altri momenti, di esprimere in toto la loro bravura. Peccato. Se prima di ascoltare "Roller" mi aspettavo che fosse abbastanza 'spippettante' (come lo erano un po' gli ELP, del resto), ho poi invece apprezzato un'inedita capacità compositiva, unita ad una tecnica strumentale che non ha nulla da invidiare a band ben più blasonate. La title-track è un brano gotico, reso ancora più oscuro dalla mestosità dell'organo (penso Hammond): ricorda molto le atmosfere di 'Profondo Rosso', ma ha secondo me maggiore efficacia. "Aquaman" si snoda tra arpeggi acustici e una parte centrale molto intensa, che ricorda molto il sound pinkfloydiano nell'atmosfera psichedico-sognante. "Snip Snap" è un episodio più disteso, ed è secondo me un brano in cui la band dimostra un grande affiatamento: chitarra kitchen-scratch in pieno stile funky (wow!), sezione ritmica impeccabile, gustoso spazio riservato al pianoforte elettrico di Guarini. "Il Risveglio del Serpente" è invece un intermezzo pianistico arricchito da numerosi effetti e dall'intervento del clarinetto nella parte finale. "Goblin" è un pezzo ambizioso, molto lungo, una suite che presenta momenti diversi. L'inizio è ottimo, anche se nei primi quattro minuti il gruppo secondo me pecca un po' di virtuosismo (questione di gusti, eh...). La seconda parte, invece, è eccezionale, gli intrecci tastieristici sono spettacolari e creano davvero un'atmosfera "spaziale". Trovo ottimo anche il brano finale, "Dr.Frankenstein", che ci introduce in un atmosfera inquietante attraverso uno stile batteristico originale e un buon uso di effetti elettronici. In conclusione, secondo me il disco è originale, nel senso che non prende spunto in modo manieristico dai gruppi britannici. Nonostante questo, ricorda leggermente i Genesis in alcune parti più frenetiche e presenta un'atmosfera misteriosa accostabile (sempre vagamente) al coevo lp d'esordio degli Alan Parsons Project. I Goblin secondo me non sono più riusciti a realizzare un lavoro così libero dagli schemi rigidi del soundtrack horror, e mi dispiace. "Roller" è un disco ricco di sfumature, vario nelle ambientazioni e registrato superbamente, risultando così molto moderno; ottime armonie e un uso delle tastiere (tante) davvero maturo, senza scadere nei 'baroccheggiamenti' che tolgono intensità alla composizione. Un cult per gli appassionati. (Alberto Gola)