recensioni dischi
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DEAD OR ALIVE  "Evolution"
   (2003 )

Per chi li aveva persi di vista già nel 1985, poteva sembrare strano che i DOA fossero in grado di riempire addirittura due cd di "greatest hits". Eppure qualcosa si era mosso, attorno a quel famoso "You spin me round" che cambiò la vita di una band in precedenza bocciata ad ogni tentativo di classifica. C'erano stati tutti i singoli usciti dal fortunatissimo "Youthquake", quelli un po' più calanti del successivo "Mad bad and dangerous to know", quelli già carbonari di "Nude", quando ormai Pete Burns aveva deciso di denudarsi completamente - vedi copertina e video della comunque discreta "Turn around and count to ten" - e le televisioni non ne volevano più sapere. Trovarono la fortuna in Giappone, continuarono anche negli anni '90 in una discografia comunque complicata da ristampe e riedizioni import, e quando dovevano batter cassa rispolveravano il successo di una vita, che almeno in Britannia tornava in hit parade ogni volta che veniva riproposta. Quindi ecco un a"YSMR 1998", una "YSMR 2000", una "YSMR 2002", e ovviamente la "YSMR 2003" che lanciò questa raccoltona. Con video a raccontare tutto quello che la chirurgia plastica aveva combinato su Pete, e con booklet quasi più interessante del disco in sè: Burns raccontava la sua vita artistica, di come aveva preferito indossare il personaggio che lui aveva in testa e non quello che i discografici avrebbero voluto farlo diventare. "Iniziarono a darmi contro quando in un video mi misi a mangiare una banana come se non fosse, ecco, una banana" disse, e magari poteva dispiacersi di come, ad un certo punto, quello che stava diventando andasse a coprire il suo prodotto musicale. Ripetitivo, forse, ma abbastanza coerente: senza cercar di inseguire le mode, ma solo reiterando la loro dance aggressiva e sudaticcia. Carino, se vogliamo (ma evitate di soffermarvi sulle foto di copertina, dove il povero Pete viene trapanato da un pornodentista o altre nefandezze): vai te a capire cosa sarebbe potuto essere, se avesse evitato di diventar macchietta di se stesso e avesse cercato, un minimo, di scendere a compromessi. Ma a chi lo apprezza, va bene così, e il successo ottenuto in un reality show in patria lo dimostra (e successiva "YSMR 2006" a farne da colonna sonora). (Enrico Faggiano)