recensioni dischi
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DEAD OR ALIVE  "Fragile"
   (2000 )

Era tornato di moda il mondo degli eighties, le band si riunivano, e lui era sempre più assomigliante a Cher dopo un frontale con un tir: perchè non riprovarci, disse, specie noi che ufficialmente non ci siamo mai separati? Il problema, amici miei, era la non facilità di distribuzione di un lavoro nuovo, specie dopo l'infinita frammentazione dei prodotti precedenti. E, ossignur, se la benda e il kimono andavano bene nel 1985, ora i labbroni tumidi pronti ad un vortice di erotismo allontanavano la platea: d'altra parte, aveva scelto di essere se stesso, incurante del resto, e almeno di quello gli andava dato atto. La cosa curiosa era che, al netto di 15 anni inevitabilmente passati, la musica era rimasta sempre la stessa, nel bene come nel male: "Hit and run lover", per essere chiari, sarebbe potuto essere un discreto successo nel 1986, magari superiore a quello della quasi omonima "Brand new lover" che iniziò a far calare le quotazioni del marchio. O altre cose che sembravano veramente uscire dalla macchina del tempo: "I paralyze", altro brano che non sarebbe stato male in una compilation in stile "Festivalbar 1987". Insomma, c'era di che sguazzarci, se non fosse che Pietrino nostro ogni tanto voleva eccedere, come ad esempio una orrida "Blue Christmas", a dimostrazione che se nei momenti d'oro gli avevano proibito di fare il cantante confidenziale, un motivo c'era. O una cover di "I promise myself" di Nick Kamen, per cui Nicolino forse avrebbe dovuto chiedere i danni, altro che. O il milionesimo remake di "You spin me round" e di altre cose che tanto bene avevano fatto quando le classifiche erano preda continua dei Vivi O Morti. Non si capiva, quindi, se si trattasse dell'ennesimo greatest hits, di un Dead Or Alive 2000 Reloaded: tanto non glielo facevano promuovere, per cui il problema non si sarebbe posto. Ma dateci un occhio, se vi piaceva l'oggetto (e il soggetto): qualcosa di buono c'è. (Enrico Faggiano)