DEAD OR ALIVE "Nude"
(1988 )
Aver semifloppato con il disco successivo al boom non è il modo migliore per approcciarsi ad una nuova opera: il rischio è quello di cadere nel nuovo disastro commerciale, di sembrare ridicoli e patetici e, insomma, di non accettare l'idea che, come cantava Cocciante, "avanti il prossimo - gli lascio il posto mio". Quindi, Pete Burns mise le mani avanti: niente più ricerca smodata delle classifiche, e lento progressivo allontanarsi dal classico prodotto Stock-Aitken-Waterman che, alla luce di quanto era successo, aveva esaltato prima e umiliato poi le sue caratteristiche. "Nude" quindi apre la seconda fase della carriera dei Dead Or Alive, ovvero "facciamo un po' quello che ci pare, e soprattutto se vogliamo fare le checche non venite a disturbarci". In copertina lui appariva in tanga ricoperto di fiori, nel video di "Turn around and count to ten" usciva lascivo da una vasca da bagno piena di petali, e in altri video ("Come home with me baby") faceva gridare al miracolo: "Cher è tornata!!!", si diceva, prima però di accorgersi che era un'altra cosa. Il disco è una lunga cavalcata ad altissimi bpm, in perfetto stile hi-nrg non ancora però intaccato dai vortici della house e pinzillacchere varie: "Stop kicking my heart around", "Give it back that love is mine" in particolare, ne colgono il succo in pieno. Ma, autoprodotti e privi ormai di un mercato ove provare a rimettere piede, le classifiche europee li schifarono: il Giappone sarebbe stata la loro nuova patria. Vai te a capire perchè. (Enrico Faggiano)