recensioni dischi
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THE GLOVE  "Blue sunshine"
   (1983 )

“Vacanza chimica”, la definì Robert Smith. Ovvero: buttare all’aria tutto quello che stava facendo (e non era poco, dato che doveva suonare, ad ogni concerto, in due gruppi diversi), prendere un amico, la fidanzata di un altro – che ammetteva di non essere assolutamente in grado di cantare – e rinchiudersi in una stanzina a vedere horror-movie di scarsa qualità, infilando nel proprio corpo qualsiasi sostanza. L’amico era Steve Severin, già collega nei Banshees, e la non cantante era Jeanette Landray, all’epoca fidanzatina dell’altro Banshee Budgie: insomma, la mela non cadeva lontano dall’albero. Ne uscì fuori un disco curioso, più uno strano miscuglio di psichedelia fuori moda (nei primi eighties, figurarsi…) che non di dark o altre cupezze, dove Robertino per motivi contrattuali non poteva cantar poi tanto – si limitò a “Mr. Alphabet says” e “Perfect murder” – e dove, oltre alla sforzata voce di Giannina, il bello è un suono a metà tra la new wave ubriaca e il goth tossico, con un pizzico di ironia e tanto, tanto caos. Chiaro, l’ascolto dell’intero lavoro potrebbe risultare indigesto, o causa di vision mistiche, se non siete dei fanatici dell’argomento o se non avete avuto, in gioventù, un poster di Robertino sulle pareti di casa. Però ci sono anche passaggi che si ascoltano, a partire dall’apertura di “Like an animal” o all’altro, soffuso singolo “Punish me with kisses”. Jeanette si dissociò dalle liriche che le facevano cantare (“Mi hanno fatto dire roba tipo ‘scopami a morte’, brrr…”), e la cosa non le aprì certo una carriera, ma gli altri due, dopo l’indigestione di Blue Sunshine – che era il nome di un acido, tanto per restare in tema – fecero un po’ di chiarezza nelle loro vite: Robert piano piano riprese possesso della Cura, e Steve scoprì che aveva tante cose in testa da sviluppare. E, mentre “Relax” può essere definito l’apice della follia (andatevela a sentire, sembra ispirata dal classico risveglio di botto, alle 5 di mattina, dopo una notte di bagordi tossici, quando nemmeno si sa in che letto si stia cercando di dormire, e se accanto si ha un uomo, una donna o un dinosauro: sarebbe piaciuta al John Lennon delle “Unfinished music”), molto interessante è la ristampa che di questo album uscì nel 2006. Dove, nel cd-extra, le tracce sono spesso rimaste i demo cantati da Robert Smith, senza quindi essere intaccate dall’ugola approssimativa di Jeanette. Se superate il turbamento iniziale, vi piacerà. (Enrico Faggiano)