recensioni dischi
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TEARS FOR FEARS  "Elemental"
   (1993 )

Quando la coppia scoppia, bisogna sempre stare attenti a quanti frammenti escono fuori, e dove vanno ad infilarsi. Il dramma sarebbe stato forte negli anni successivi, quando a divorziare furono popolose boyband con vedove un po’ ovunque, mentre per loro, che erano solo due, il problema fu relativo. Curt Smith salutò e andò a produrre un “Soul on board” di fatto rimosso anche dalla sua stessa memoria, mentre Roland Orzabal, come un Pezzali qualsiasi, tenne il nome per diventare, almeno per qualche anno, una band ad un solo partecipante. “Elemental” uscì quando i reduci degli anni ’80 faticavano eccome, ma trovò un discreto successo perché, forse, i Tears For Fears a due erano stati apprezzati solo come artisti e non solo come oggetti di moda, per cui la curiosità c’era. Buona produzione pop, che spaziava da una “Goodnight song” che sarebbe stata benissimo anche nei dischi migliori del duo, a singoli come “Break it down again” e “Cold” che, depurati dai troppi arabeschi presenti in “The seeds of love”, riportavano il tutto a dimensioni umane e più che accettabili. Da buon beatlesiano, Orzabal non si fece sfuggire una invettiva musicale contro il suo ex socio (“Fish out of water”, che sta ai due come la lennoniana “How do you sleep” all’antico rapporto tra due soggetti ben conosciuti di Liverpool. Curt Smith avrebbe risposto, sempre in musica, qualche anno dopo) e alla fine il disco suonava anche bene. Specie perché, nelle ultime uscite, la presenza al microfono di Smith si era alquanto ridotta, e tirando le somme la sua mancanza si notava solo nelle foto pubblicitarie. Ma un po’ l’andare avanti verso la musica ben diversa che fu nei ‘90s, un po’ questa anomalia del gruppo con un solo personaggio, e la successiva carriera solista-gruppaiola di Orzabal non avrebbe avuto la stessa fortuna di questo, comunque, dignitosissimo ed elegante album. (Enrico Faggiano)