recensioni dischi
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DURKOVIC & I FANTASISTI DEL METRO'  "Benvenuti santi musicisti"
   (2008 )

Finalmente un disco corale, dopo 12 anni di concerti passati insieme. Dalle prime esibizioni di fortuna, nelle stazioni della metropolitana milanese dove Roberto Durkovic incontrò i suoi straordinari musicisti: Ion Bosnea, Adrian Dumitru, Marian Serban, Costantin Vornicu, fino ai palchi di tutto il Nord , e poi Roma, davanti a Giovanni Paolo II e ad una piazza gremita di fedeli per la Giornata Mondiale della Gioventù. La storia dei Fantasisti del metrò, e di Roberto Durkovic, il cantautore italiano di sangue praghese che un giorno grigio d'inverno li ha incrociati per caso fra i vagoni del metrò milanese, è tutta racchiusa in questi brani resi celebri da centinaia di esibizioni. Brani classici del loro repertorio, totalmente rielaborati e alternati, in questo primo, attesissimo disco antologico (il primo interamente suonato dai Fantasisti del metrò), a dei preziosi cameo: straordinari brani strumentali (almeno uno per musicista) in cui traspare, intatta, tutta la “gioiosa malinconia” della loro musica balcanica. 'Benvenuti santi musicisti' raccoglie per la prima volta in un unico album quell'affannosa ricerca della ‘musica perfetta’, chimera inseguita da Durkovic e i suoi fantasisti lungo le strade e fra le musiche dei popoli d’Europa. Una musica che sia davvero universale, e che alla ricchezza virtuosa delle melodie zingare aggiunga i suoni e gli odori dei locali fumosi di Praga, la nebbia sottile del le locande in Transilvania, la struggente malinconia delle notti milanesi, la morbida poesia del cantautorato italiano… 'Benvenuti santi musicisti' era il saluto di gioia con cui venivano accolti i suonatori rom al loro arrivo ai banchetti nuziali. Santi, per l'allegria che portavano, per la magia dei loro strumenti, per i balli memorabili che concedevano a chi sapeva abbandonarsi alla loro musica. “Maledetti zingari”, era invece il commento sprezzante con cui venivano salutati alle spalle, una volta andati via. Da quest'antitesi di accoglienza e pregiudizio che da sempre accompagna in tutto il mondo gli zingari, Durkovic e i fantasisti del Metrò traggono da sempre l’ispirazione per la loro musica. Quale nome migliore per il primo album antologico della loro fortunata carriera: un altro piccolo passo lungo la strada che dalla metrò di Milano porta fino alla musica perfetta.