THE CURE "Standing on a beach - The singles"
(1986 )
Esplosi anche a livello commerciale con il precedente “The head on the door”, i Cure nell’estate 1986 si presero una pausa, in attesa di virare definitivamente, con il successivo “Kiss me”, verso le vette più altre del loro dark-pop. Uscì quindi questa raccoltona, che fu ottima possibilità data ai nuovi fans di avvicinarsi piano piano ai misteri della discografia curesca, e ai vecchi fans di poter mettere mano a tanti inediti. Infatti, qui non solo si trovano brani usciti solo come singoli (la bellissima “Charlotte sometimes” su tutte), ma, nel lato b della cassetta, tutte le b-sides fino a quel momento mai racchiuse in un unico lavoro. Si scoprivano quindi gioiellini dark come “I’m cold” – con Siouxsie ai cori – o pop come “Throw your foot”, per intenderci, mentre la raccolta ufficiale, diciamo così, spiegava tanto, ma tanto, di come fossero andate le cose, alla band, nei primi anni 80. Infatti, ad avere questa raccolta ancora in vinile, come andava all’epoca, si doveva dividere il tutto tra lato A e lato B, giusto? Bene. A far sentire tutto il disco a un non adepto, era normale, al momento di girare il padellone, sentirsi porre la domanda “ma è la stessa band?”. Perché nella prima parte della raccolta ci sono i classici del periodo più oscuro (e nemmeno quelli più ostici, perché “Primary” e “The hanging garden”, ad esempio, sembrano quasi filastrocche per bambini rispetto a “Doubt” o “The funeral party”), e cambiando lato si passava, poi, a quanto uscì dopo che Robert Smith provò, piano piano, ad uscire dal guscio. E assaggiare “Let’s go to bed”, prima canzone del lato B, portava inevitabilmente a chiedersi se ci fosse un errore nel vinile. Raccolta quindi che è propedeutica all’assaggio dei Cure precedenti a “Why can’t I be you” e “Lullaby”, per intenderci, e che ha il pregio di renderli appetibili fin da subito: poi, per gli amanti del genere, ci sarebbe poi stato lo step successivo – ovvero sorbirsi “Pornography”. Altrimenti, per chi voleva restare nel commerciale, poteva andar comunque bene così. (Enrico Faggiano)