MATTEO GIORGIONI "Incontri"
(2007 )
Se, prendendo spunto dal titolo di quest'album, parliamo di incontri, non c'è dubbio che quello con Matteo Giorgioni non possa passare inosservato. Abbiamo già avuto modo di parlare del ben strano modo di approcciarsi alla musica di questo ragazzo. Le sue melodie per pianoforte, centrate e compiute, accarezzanti ed avvincenti, divengono quasi un pretesto per prenderti per mano e portarti su un percorso inaudito, dove ti trovi senza accorgertene e senza, forse, nemmeno volerlo. Giorgioni ha infatti scovato un ben inusuale metodo di fare solidarietà: si esibisce dovunque lo chiamino, anche per strada, alternando la sua musica ad immagini del Brasile, paese dove agisce fattivamente ormai da anni, in sinergia con la onlus Macondo. Con gli introiti della sua attività musicale Matteo costruisce acquedotti, ambulatori, sale polivalenti per i giovani del luogo e uffici per i diritti umani. Chiariamoci: non stiamo parlando di Biagio Antonacci, alle sue validissime performance non assistono decine di migliaia di fans ma, a volte, semplicemente decine. Però la sua pazza idea di contaminazione musica-solidarietà riesce, eccome: tutto ciò che abbiamo enumerato qualche riga fa, tutte le opere messe in atto da questo straordinario artista sono state costruite per meno di 5.000 euro. Ma non cadete nel tranello di pensare che questa proposta, questi "Incontri", siano validi esclusivamente per ciò che di (importantissimo) Matteo Giorgioni fa in Brasile. Questo, invece, è un grande disco. Nel quale Giorgioni amplia (anche fattivamente, come meri minutaggi dei brani) il discorso intrapreso con il precedente disco "Ho suonato di sognare". Ho avuto la fortuna di ascoltare alcuni di questi brani in anteprima ad un concerto nel centro di Bologna: riascoltarli, riviverli, è stato come rivedere ed abbracciare vecchi amici, talmente grande era stato il segno lasciato, a suo tempo, da questi brani, nella mente, nelle orecchie e nel cuore di chi scrive. Note per sognare, quindi, e per far sognare un futuro migliore a chi, viceversa, di futuro non ne avrebbe proprio. Si può immaginare qualcosa di più bello? (Andrea Rossi)