recensioni dischi
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TUNNG  "Good arrows"
   (2007 )

Si arricchisce di un nuovo capitolo la bella storia dei Tunng, band inglese nata nel 2003 e guidata da Mike Lindsay e Sam Genders che si è ormai ritagliata uno spazio di primo piano nel panorama di quel genere musicale noto come folktronica. Alla base di questo gruppo, che forse faremmo meglio a chiamare collettivo, sta infatti l’unione riuscitissima tra Folk e Elettronica. Dopo 'Mother’s Daughter And Other Songs' e 'Comments Of The Inner Chorus', che li avevano portati sotto i riflettori del pubblico e della critica e li avevano condotti in tour con King Creosote, Josè Gonzales e con Vashti Bunyan, 'Good Arrows' è il loro album più maturo che vede per la prima volta la partecipazione di tutti i membri del collettivo. La struttura dei brani rimane folk sporcata di field recordings e inserti elettronici, ma il tutto appare più compiuto e ancorato ad una forma canzone più pop e lineare in cui gli accenti melodici sembrano molto più marcati: non che manchino i momenti dadaisti, surreali e vagamente freak, ma l’impressione finale è di maggiore essenzialità, compiutezza e maturità. Dominano la chitarra e il piano ma diffuso è l’uso di strumenti come l’arpa, il dulcimer, oltre ovviamente a effetti, campionamenti, mai troppo invadenti, e ad oggetti improbabili come la sirena di un’ambulanza. La cifra stilistica dei Tunng rimane dunque la leggerezza, l’ironia, la naturalezza e insieme la capacità giocosa e geniale di unire tecnologia e essenzialità, passato e presente.