recensioni dischi
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MILVAINS  "Gemini"
   (2006 )

Un autentico muro sonoro. I Milvains devono essere una trentina, lì sul palco, o in studio a registrare questo 'Gemini'. Almeno 15 alle chitarre, ché il suono è incredibilmente potente, ruvido ma centrato. Ed altri 15, più o meno, tra basso e batteria. Un pullman di gente, a giudicare dall'impatto sonoro di questo lavoro. Invece no, i Milvains sono 3. Tre? Com'è possibile? Nemmeno i Police godevano di un groove così pieno nella scarna ed essenziale formazione chitarra-basso-batteria. Quindi, intanto, complimenti davvero meritati a questo trio di Latina, che propone un mix di grunge e hardcore (rigorosamente cantato in italiano) che potrà piacere senza problemi anche ad orecchie abituate a generi diversi. Infatti è la matrice semplicemente e compiutamente rock quella che emerge da queste agili 10 tracce: rock vero, senza fronzoli, certo, ma nemmeno mescolato a chissà che altro, come se il rock nudo e crudo non fosse sufficiente, non bastasse a se stesso. Bravi, i Milvains, questo va detto. Si dice che nella loro provincia godano di un discreto seguito, figlio di 5 anni di live act ricercati e seguiti: bene, se è così, i passi sono pronti e preparati per sbarcare anche altrove. Nel resto d'Italia, ma non solo. Decine e decine di bands, provenienti da oltre Manica o oltre Oceano, hanno al loro arco ben meno frecce dei Milvains: e se il buongiorno si vede dal mattino, questo disco d'esordio per la Vacation House (sotto la promozione della Kick Promotion Agency) ci lascia sperare in un futuro grandemente fulgido, anche in chiave continentale (perché no?). Da ultimo, va detto che funziona benissimo, davvero alla grande, il cantato in italiano, i cui testi non sono mai banali, e si sposano alla perfezione (in barba ai miscredenti) con le note rabbiose del terzetto. Bella prova, davvero, Milvains. Continuate così. (Andrea Rossi)