SIMONE LO PORTO "La valle dell'utopia"
(2007 )
Chi non conosce la favola di "Al lupo al lupo"? A forza di chiedere aiuto per scherzo, capita che quando c'è davvero bisogno il poco furbo protagonista della fiaba non ottiene attenzione. Ebbene, quante volte vi hanno raccontato che vi trovavate davanti ad un personaggio davvero nuovo per la musica italiana? Quante volte avete sentito etichettare un album come un punto fermo per la nuova musica italiana? Troppe, davvero. Così si corre il rischio che quando spunta un personaggio davvero nuovo, uno che di cose da dire ne ha a frotte, si sia talmente abituati al solito ritornello che non ci si presti il dovuto ascolto. E' questo, in sintesi, il rischio che si corre davanti all'album d'esordio di Simone Lo Porto. Se presterete la dovuta attenzione a "La valle dell'utopia", forse non correrete il rischio di scorgere, all'orizzonte, il futuro della musica tricolore: ma vi divertirete, ed apprezzerete una scrittura precisa e mai banale. Lo Porto ha preparato per l'occasione un paesaggio oltremodo variegato, ma al tempo stesso splendidamente uniforme, a significare che il suo talento è vero, non desunto da chissà quale altro autore o cantante. Forse queste 11 canzoni non vi avvinceranno immediatamente: e questo, in un mondo che corre e consuma di gran carriera, potrebbe essere un handicap di non poco conto. Ma il consiglio che possiamo darvi è di fornire una seconda occasione (e poi una terza, e poi una quarta) a questo cantautore milanese di origini siciliane. Difficilmente non scoprirete con stupore di aver imparato a memoria alcune di queste note, alcuni passaggi di questi testi. Il brano iniziale "Fiume in salita" ha ottenuto la vittoria a New York al concorso "In the name of salt", e questo è già un bel biglietto da visita per un "quasi esordiente" (all'attivo Simone aveva, prima di questo disco, solamente il singolo "La panda non la vendo", edito da Sony Music nel 2004 con relativo videoclip e promozione nazionale). Ma sono davvero tanti gli altri episodi rimarchevoli: dal lento ed avvincente incedere jazzato di "Niente cambierà" (colonna sonora del video "Lungo le rotte dei Fenici") alla divertente "Palme finte e acquari tropicali" (con Stefano "Iasko" Iascone, trombettista di Roy Paci), fino ad arrivare ai duetti con Veronica Marchi (nella bellissima "Profondo più blu") e Susanna "Suso" Colorni nel brano "Il Girasole". Un caleidoscopio di note e frasi centrate: è questo, in definitiva, l'album d'esordio di Simone Lo Porto. E' poco? Direi di no. (Andrea Rossi)