recensioni dischi
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SURGERY  "L'altra educazione"
   (2006 )

I Surgery fanno rock. Elettronico, se volete, industrial pure (vedi Rammstein, Nine Inch Nails, e chi più ne ha più ne metta), o anche dark, con certe sonorità tipicamente (o magicamente) anni '80. Ma, alla fin fine, questo è rock: ottimo rock. Non sia mai che l'etichetta più completa ed appagante delle 7 note ("rock", appunto) sia considerata limitante: anzi, per quanto possa sembrare strano, sono proprio i desideri di dividere in ulteriori settori, le "specificazioni" delle varie (presunte) onde del rock, che, invece che aggiungere, tolgono qualcosa. E quindi non so cosa ne pensino a riguardo i bravi Surgery, ma per me questo è rock: puro, potente ed appassionante rock. Cantato rigorosamente in italiano, per giunta, con testi essenziali ma tutt'altro che banali: gustatevi "Grandine", o ancora meglio la "cattiva" ed uncorrect "Electro-shock", e vedrete come la scelta della lingua tricolore, invece che togliere possibilità e frecce dall'arco di questi ragazzi romani abbia invece (ancora una volta) portato quel quid in più. Quindici tracce potenti (16 compreso l'exit game recitato, il cui testo compare all'interno del booklet), per un disco, il quarto della band (in 8 anni di vita), che segnerà un'esperienza importante per chi sceglierà di approcciarsi a questo mondo, con mente libera e cervello fino. Dicono poi che, dal vivo, i Surgery facciano faville, con un impianto scenico e travestimenti di grande effetto. Se è vero, meglio così ma, nessuno si offenda, non mi importa granché. Ho imparato con il tempo a diffidare delle costruzioni visuali della musica, sia che siano ambientazioni live o semplici videoclip, semplicemente perché il più delle volte questi abbellimenti coprono alcune defaillance della musica stessa. Pochi, se ci pensate, nella storia della musica, hanno scelto di prestare particolare attenzione al "contorno" visuale partendo da una musica già splendida (Genesis, Bowie, Marillion, e pochissimi altri), quindi in genere tendo a diffidare di impianti scenici ricercati ed a privilegiare il mero lato musicale. Che qui, l'ho già detto, è di primissimo ordine. E quindi, come dicevo, se il live dei Surgery accosta davvero riusciti effetti visuali a questa musica, meglio così. Se invece vi capitasse semplicemente di poter ascoltare questo disco, da soli, nella vostra stanzetta, beh, ringraziate comunque il cielo. Qui troverete chi sa far musica come Dio comanda. E' questa la cosa più importante. (Andrea Rossi)