DURAN DURAN "Red carpet massacre"
(2007 )
Ci sono cose che non possono essere discusse. La mamma, ad esempio: può essere bella o brutta, grassa o magra, ma nessuno può dirne male. La squadra per cui si tifa, "Dio ci liberi dal male e dalla retrocessione". E i Duran Duran, per chi in quei tempi ci sguazzava, ed era disposto a comprarsi un qualsiasi "Ciao 2001" per un poster di Saaaaimon da offrire alla bella della classe, sperando se non altro in un bacino sulla guancia. Non si discute, punto, perchè si rischierebbe la blasfemia. E poter scrivere il loro nome, con accanto un anno che non sia il 1986, ma addirittura il 2007, dovrebbe già essere motivo di orgoglio, gioia e commozione. Perchè esistono ancora, sebbene la reunion a 5 (i tre Taylor, Le Bon e Rhodes) sia poi durata l'arco di un album: Andy se ne è andato, come già fece, per primo, ai bei tempi, ma gli altri quattro sono sempre loro. Con la produzione di un Timbaland che, per fortuna di noi amanti dell'epoca, riesce a non rendere il loro sound particolarmente attuale, se non in "Skin divers" e in qualche altro episodio sparso, permettendo un meraviglioso viaggio nel tempo ai ragazzi di ieri. C'è una "Nite runner" che sarebbe andata bene anche nel loro primo lavoro, una "Fallin' down" che meriterebbe airplay continui, una "Last man standing" duraniana se ce n'è una: insomma, il prodotto musicale merita, anche se a tratti il paragone con "Hungry like the wolf" potrebbe essere impietoso, e ai critici si può giustamente rispondere con il più omerico dei chissenefrega. E allora? Il dramma è ammetterlo, per una generazione che a volte si imbarazza nell'aver avuto come miti non tanto Jim Morrison o John Lennon, ma Simon Le Bon: qui però non si parla di cambiare il mondo, ma solo di far parte di una cultura. E quella degli '80s era anche lacca e spalline, questo è vero. Ma anche musica fatta con criterio, con cuore, e non solo con ripetitività allucinante degli stessi stereotipi. Tenetevi i vostri Finley, i vostri Fibri e robacce del genere: un "Red carpet massacre" non si discute, si ama. E, se anche fosse una boiata, riuscirebbe comunque a spezzare le reni a tutto il panorama attuale, per un solo motivo: è dei Duran Duran. (Enrico Faggiano)