recensioni dischi
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MALCOLM MC LAREN  "Waltz darling"
   (1989 )

Lui ci era già arrivato. Lei si sarebbe data alle classifiche e ai tour biondi ambiziosi, ma lui lo aveva già fatto un anno prima. Un passato da creatore di mode britanniche, dal punk alle meteore (i Bow Wow Wow, dove voleva inserire un ancora pulcino Boy George), varie ed eventuali. Poi, la folgorazione: prendere le immagini dei giornali di moda, copiarne le pose, e dedurne un ballo. Ne nacque il "vogueing", ben rappresentato dalla sua "Deep in vogue" prima ancora, appunto, che ne abusasse Madonna nella successiva estate. L'idea? "Voglio un ballo che possano fare anche i paraplegici, che sulle loro sedie a rotelle possano muovere le mani ed esprimersi per quanto il loro corpo dia loro possibilità". Per cui, mentre da un lato della dancefloor si andava di acid o di hip hop, con i rapper che sbattevano violentemente i loro piedi su pavimenti a prova di Turina, dall'altra parte arrivavano fighetti di ogni genere, immaginando di essere di fronte a camere e a flash: mettiamoci in posa, dicevano, e vai te a capire se imitassero Claudia Schiffer o un qualsiasi vigile urbano in mezzo al traffico. Ne uscì anche un dignitoso album, dove c'erano svariate influenze (curiosa una "Algernon's awfully simply good at algebra", con reminiscenze operistiche) e una discreta scialuppa di salvataggio per chi non era stato contagiato dal trip dell'acid-house e dagli smilini che affioravano sulle spalline dei primi ravers. Una specie di reperto storico, insomma: non un capolavoro, ma nell'estate del 1989 si ballava anche così. Op, op, circolare, svolta a destra, si fermi, patente e libretto. (Enrico Faggiano)