ADRIANO MODICA "Il fantasma ha paura"
(2007 )
Messaggio per tutte le ragazzine che ci stanno leggendo: Adriano Modica è anche attore,
oltre che cantante, e (attenzione!) ha recitato pure in "3 metri sopra il cielo" ed in "Ho
voglia di te"! Coro: ooohhh... Vabbè, non è che questo c'entri molto con il disco, ma, con i
tempi che corrono, uno le proprie cartucce se le deve sparare tutte, no? Difficile che il
ragazzo ponga la partecipazione ai suddetti film giovanilistici come il proprio top in
carriera; così come dubito che non dormirà la notte per la contentezza d'aver partecipato a
fiction varie ("Distretto di polizia 2", "Un medico in famiglia 3" e via dicendo), anche se, in
effetti, parliamo di un diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica. Più facile, invece, che il ragazzo
sia legittimamente orgoglioso di suonare con Marco Parente e con gli Ulan Bator. Più facile che dica con
gioia agli amici di aver collaborato con Il Parto delle Nuvole Pesanti, così come di
far parte di band varie (John Merrick, Addamanera), ed in qualità di vero polistrumentista:
basso, batteria, chitarra classica, flauto traverso, pianoforte, Modica suona un po' di tutto,
e (evidentemente) non male, dal momento che, appunto, l'hanno chiamato (e lo
continuano a chiamare) fior di band di cui sopra, che magari gli amici incapaci
preferiscono che vengano semplicemente a vedere i concerti da puri spettatori, piuttosto
che volerli sul palco. Lui, sull'argomento, pare pensarla diversamente: "Suono chitarra,
basso, batteria, pianola ed aggeggi vari. Tutti male, ma canto meglio". Onesto? No, forse
solo autoironico e divertente, come dimostra in altri passaggi della propria pagina
autobiografica: "Sono nato nel '77. In seguito ci ho riprovato diverse volte, spesso con
ottimi risultati". O ancora: "In un periodo della mia vita ho fatto l'attore. Mi divertiva essere
pagato per fare finta, fino a quel momento l'avevo sempre fatto gratis". Non è però che si sia
scoperto cantautore d'improvviso: è ormai arrivato alla quarta prova del proprio cammino,
iniziato nel 2001 con l'E.P. "Iano" (pubblicato però due anni più tardi), che conteneva anche "Battito muto in 3/4", brano sopravvissuto sino ad oggi e confluito, appunto, in questo nuovo lavoro. Il percorso è quindi proseguito con la composizione delle musiche per
"Ingranaggi", uno spettacolo teatrale di Bernardo Migliaccio Spina, e, soprattutto, con
l'uscita nel 2005 dell'album "Annanna", interamente autoprodotto, "L’album di stoffa", come
viene definito, in quanto primo di una trilogia che ora vede appunto "Il fantasma ha paura"
("L'album di pietra") e che si chiuderà con "La sedia" ("L'album di legno"), attualmente in
lavorazione. Il genere? Difficile dirlo. Si potrebbe definire, con un termine che si contraddice da solo, "pop psichedelico": ma c'è molto, molto cantautorato italiano, questo è indubbio, che rimanda in maniera varia ed impronosticabile a Tenco, Ciampi, ma anche a Dalla e De Andrè. Però c'è, allo stesso modo, anche Syd Barrett ed i primi Pink Floyd, così come Nick Drake, Kevin Ayers, Tim Buckley, o pure Radiohead. Ne "Il paese dei balordi" ci sono anche gli ultimi Talk Talk, non certo quelli di "Such a shame" bensì quelli di "The colour of spring". C'è infine, grande equilibrio nella proposta, ed è un controsenso, alla faccia di una pletora di influenze così varia e diversificata. Risultato? Forse una proposta non per tutti. Ma straordinariamente avvincente, se solo ci si lascia "contaminare". Potrebbe essere l'arrendersi più gioioso e producente della vostra vita musicale. (Andrea Rossi)