recensioni dischi
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JOHN FRUSCIANTE  "Inside of emptiness"
   (2004 )

Il quarto disco della Record Collection, “Inside Of Emptiness”, vede Frusciante imbracciare nuovamente la chitarra elettrica. Nasce così un disco più aggressivo degli altri, un rock melodico frizzante e godibile. Il chitarrista si mostra piuttosto ispirato a livello di songwriting e la commistione di suoni grezzi e melodie gentili trova un equilibrio inaspettato. Un lavoro valido, sul lato delle ballate come su quello del rock più movimentato. Le distorsioni di “What I Saw” accompagnano un canto scarno che segue uno schema semplice quanto d’impatto. La qualità della registrazione è appositamente bassa e rende il tutto più uniforme, compatto e penetrante. “A Firm Kick” ha una ritmica imponente e regolare, ben alternata al canto fluttuante, a tratti epico. “Look On”, uno dei pezzi migliori, presenta un riff instancabile, che si insinua continuamente tra i vocalizzi, a volte distesi a volte concitati, caratterizzando fortemente l’umore del brano, inizialmente sereno, ma che si chiude con un assolo sferragliante ed un innesto di tensione nella strofa. Un momento di grande rock. Non mancano però delle ottime ballate; la litania nostalgica di “Scratches”, assolutamente irripetibile, i sussurri di “The World's Edge”, alternati a furenti sferzate di chitarra ed i toni fiabeschi di “I'm Around”. All’intersezione di queste due correnti troviamo “Interior Two”, suonata come rock e cantata come pop. Il pezzo più originale è “Inside a Break”, una marcia sanguigna per sola voce e percussioni. Le esplosioni fragorose di “666” e “Emptiness” sono difficili da ritrovare nell’opera di Frusciante e ci mostrano quindi un artista in continuo mutamento, sempre alla ricerca di nuove idee. Non sempre si eccelle in qualità, ma è indubbio che un progetto tanto ambizioso come la Record Collection sia stato intrapreso con coscienza dei propri mezzi e con il talento necessario. Sono pochi i musicisti che avrebbero saputo fare meglio con tanta prolificità e sono ancora meno quelli che si sarebbero messi in gioco così apertamente, rischiando di fallire in modo eclatante. “Inside Of Empiness” è una delle tante sfumature che caratterizzano il grande John. Non è un capolavoro, ma merita di essere ascoltato. Un disco orecchiabile e multiforme, che sa esprimersi con modalità diverse e sempre valide. Il falsetto, il riff distorto, la melodia agrodolce, il ritmo concitato ed il virtuosismo alla chitarra sono gli elementi selezionati questo caso da Frusciante, ma non perché siano i suoi prediletti, bensì per semplice variatio. È questa la filosofia del chitarrista nel 2004, cambiare continuamente. Il disco ne è una naturale, e riuscita, conseguenza. (Fabio Busi)